Roberto Orlando | |
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Un gesto tecnico importante, che lo puoi fare solo se sei un grande campione o un ragazzo sfrontato con tanto sereno coraggio; il cucchiaio di Antonio Boccadamo al Cosenza in Coppa Italia è il frutto del coraggio ma anche della serenità interiore che ha accompagnato il giovane under rossoblu. E a confermare la bontà del “background” di Antonio è il papà Luigi, il primo mister suo e del gemello Stefano: "la cosa più bella che ho visto è che quella sera dopo cena il primo pensiero di Antonio è stato di andare a studiare informatica, perché ‘il professore potrebbe interrogarmi".
Testa sulle spalle quindi (ma questa non è una scoperta) ma soprattutto solide basi familiari: “a casa prima di tutto viene lo studio – sottolinea Luigi – perché il pallone oggi c’è, domani chissà. Quindi è importante avere una base culturale e capire il valore del lavoro e del sacrificio. Al mister (Prosperi, ndr) ho detto che nel caso avessero avuto flessioni a scuola li avrei limitati negli impegni calcistici, ma Antonio e Stefano sanno quali sono le regole e sanno essere autonomi”. Ed in effetti i risultati si sono visti: Antonio ha giocato in Coppa Italia contro il Fondi e il Cosenza, mentre entrambi aspettano di esordire in campionato, dove hanno collezionato in tutto quattro panchine. Per due ’99 non è poco.
Ma l’occasione è propizia anche per parlare di calcio giovanile, dato che Luigi ha allenato a lungo i giovanissimi della Nuova Taras e del Martina: “oggi la differenza la fa chi sa sacrificarsi. – Sembra la solita solfa ma alla fine è l’unica assoluta verità – Molti ragazzi, anche spinti da genitori troppo accomodanti, dopo qualche buona prestazione si sentono già arrivati e dimenticano che i risultati si ottengono soltanto con il lavoro e l’umiltà. Alla lunga paga questo e in effetti i giovani che hanno saputo applicarsi e sacrificarsi hanno avuto le loro opportunità”. Le esperienze da mister di Boccadamo hanno portato tanti ragazzi alle giovanili di mezza Puglia, con tanti ragazzi alla corte di mister Prosperi. E forse questa è la grande fortuna che hanno i giovani under rossoblu: il tecnico della prima squadra sa che può contare sui “suoi” ragazzi perché conoscono i meccanismi e gli schemi e sanno già applicarli. Entrare e proporsi in prima squadra, quindi, è meno traumatico per gli under: Prosperi conosce tenuta mentale e caratteriale dei suoi ex allievi e sa quando e come sfruttarli al meglio sul campo. E magari ha saputo vedere, in quel ragazzo che si è proposto di battere dal dischetto, la concentrazione e la serenità per affidargli quella grande responsabilità.
Chiudiamo la chiacchierata con Luigi parlando delle prospettive future della gioventù calcistica tarantina, con un piccolo accenno ad Antonio e Stefano; come sempre le parole di Boccadamo senior sono equilibrate e profonde: “occorre fare il proprio percorso, è inutile forzare la mano. Adesso è importante crescere come uomini e come calciatori a Taranto. Magari le opportunità verranno, ma come in ogni cosa occorre calma, serenità e tanto lavoro. Serve una programmazione stagione dopo stagione per far maturare pienamente i ragazzi, ma bisogna lavorare e sacrificarsi. Senza dimenticare quali sono le cose importanti della vita”.