Maurizio Mazzarella | |
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Finisce Catanzaro-Taranto. La truppa rossoblu ha perso. È una sconfitta dal sapore ambiguo. Due gol presi in pochi minuti su palla inattiva. Il primo su rigore causato da Nigro, il terzo consecutivo, poi il raddoppio calabrese su calcio d'angolo. Nessuno salta. Nessuno si muove. L'impressione è che mai come in quel momento Papagni è solo, con un destino segnato, lo si comprende quando in campo entra il giovane Langellotti. Arriva il tris e poi la rete della bandiera.
Ciò che conta è la sconfitta però. Tutti si dimenticano che in panchina c'è un uomo, che conosce le cause della sconfitta, ma non parla, resta un signore anche dinanzi ad alcune palesi provocazioni in sala stampa. Emerge nel contempo lo strappo con Potenza. Parte la caccia al pettegolezzo, ancora un gesto per colpire l'uomo e non l'allenatore, come per creare attorno un alone oscuro. Parte la caccia al colpevole della disfatta che i burattinai hanno già individuato. Le dichiarazioni della dirigenza non sono esplicite ma chiare. In fondo è già successo con Campilongo e Napoli, non c'è due senza tre.
All'alba del giorno dopo Papagni incontra la dirigenza, tutto sembra chiarito. Ma non è così. Papagni è sereno, qualcuno nel contempo trama nell'ombra. Si decide per l'esonero, il problema resta capire chi lo sostituirà. Sul tavolo viene messo il nome di Dionigi, costa troppo però. Perché spendere se l'obiettivo è la salvezza. In fondo bisogna calmare la piazza. Basta solo tagliare una testa. Il sostituto è in casa, c'è Prosperi già a libro paga, al diavolo i regolamenti.
Arriva il tramonto Papagni viene a conoscenza dell'esonero dal direttore generale. Forse l'unico che ha il coraggio di chiamarlo. Perché chi ha deciso è consapevole della scorrettezza del gesto e dei modi. L'importante è salvare la faccia. Viene diffuso il comunicato, non ci sono parole. In bocca al lupo a chi verrà. Ma l'abbraccio più forte è per chi va via. I grandi uomini restano e fanno la storia. A presto Aldo. Il futuro saprà ricompensarti perché il tempo è un gran signore, proprio come te.