CALCIO

A.A.A. Cercasi sceicco anche a Taranto...

Ormai nel mondo del calcio sembrano comandare loro
   Andrea Novelli

15 Maggio 2012 - 22:07

Tempo di lettura: 5 minuti

Ormai nel calcio comandano loro: i petroldollari o al massimo, i rubli. Sono lontani i giorni in cui i nostri Moratti e Berlusconi la facevano da padroni, ora il calcio è un gioco da emiri e sceicchi.
Persino Abramovich, colui che fece scalpore per l’acquisto di Essien a 38 milioni di euro, pare superato, ora il potere economico è tutto tra gli Emirati Arabi e il Qatar.
Ora il leader di questi nuovi potenti del calcio è lo sceicco Mansour bin Zayed al-Nayhan, fratello del sovrano di Abu Dabi, genero del sovrano di Dubai. Quando si dice “nozze d'oro”.

Lo sceicco arabo è entrato nel mondo del calcio acquisendo il Manchester City, con un’operazione da 237 milioni di euro, con l’obiettivo di scalare le vette del calcio inglese ed europeo portando il City nella cerchia dei top team, le squadre che, per il loro blasone e per i loro campioni, godono di un seguito planetario. Infatti proprio domenica Roberto Mancini ha conquistato la Premier League nei minuti di recupero. Per ampliare i suoi interessi, Mansour ha rilevato anche il Getafe, la terza squadra di Madrid, per competere con il proprietario del Malaga il qatariota Al-Thani che a sua volta ha comprato anche il Paris Saint Germain, che l’ha fatta da padrone nel mercato estivo 2011 (ultimo acquisto Pastore dal Palermo per 43 milioni di euro).
Dubai contro Abu Dabi, ecco la nuova sfida del calcio.
I nuovi signori del calcio parlano arabo, hanno nomi difficilissimi da pronunciare, spesso sono imparentati tra loro, hanno tanti soldi e competono tra di loro per la gloria a colpi di acquisti milionari. Il calcio dei petrodollari è anche questo: successo, fama e visibilità. Si compete per la palma di capitale del lusso e così sempre più signori del petrolio rivolgono le proprie mire nel calcio europeo. Era iniziato tutto con Al–Fayed che aveva acquistato il Fulham, squadra londinese, per pubblicizzare i suoi prestigiosi grandi magazzini Harrod’s e con la sponsorizzazione di Emirates all’Arsenal, che aveva permesso la costruzione dell’omonimo modernissimo stadio.

Oggi invece il logo Emirates o Etihad Airways è presente sulle magliette delle squadre più prestigiose d’Europa: Real Madrid, Manchester City, Paris Saint Germain, Milan e appunto Arsenal.
Persino il Barcellona, generalmente estraneo alle logiche commerciali, ha abbandonato lo storico sponsor Unicef per indossare magliette sponsorizzate Qatar Foundation.
Il potere arabo non si ferma solo al controllo dei team europei: i campionati locali attraggono sempre più campioni, non solo in età avanzata come Cannavaro, ma anche molto giovani come Jimenez e Meghni, che non possono proprio rifiutare contratti milionari, impareggiabili dai club europei.
I soldi corrispondono anche al potere politico e infatti se i mondiali del 2018 si svolgeranno in Russia, l’edizione del 2022 si svolgerà in Qatar.
Questi emiri e sceicchi sono ricchissimi e con capitali quasi infiniti: come dimostra l’incredibile affare che lo sceicco Mansour, patron del Manchester City e del Getafe, ha fatto cedendo il nome dello stadio della squadra inglese a Etihad Airways per 168 milioni.

Mansour è diventato il padrone del calciomercato, il presidente più amato dai tifosi, dai dirigenti e dagli allenatori che si vedono acquistare tutti i giocatori desiderati. Lo sceicco è disponibile a pagare sempre qualcosa in più rispetto al prezzo del calciatore sbarazzando ogni possibile asta con qualsiasi altra squadra.
Solo pochissimi club sono in grado di strappargli un giocatore. Come detto spende tanto ma ricava anche altrettanto: i ricavi sono schizzati alle stelle e si sono limitate anche le minusvalenze che caratterizzavano le gestioni, non troppo oculate, di questo tipo.

L’unico lato non troppo positivo potremmo trovarlo solo nei risultati sportivi: viste le cifre investite il Manchester City, che comunque ha conquistato un posto in Champions League e la Premier domenica, avrebbe potuto e forse dovuto vincere qualcosa di più. Ma bisogna comunque ammettere che, rispetto al passato, i miglioramenti sono evidenti anche sotto il profilo sportivo.
Si assiste sempre di più a un paradosso: le competizioni e gli eventi più importanti del panorama europeo diventano il prodotto più vendibile sul mercato e sempre più spesso acquistati da emiri e sceicchi. Inoltre, grazie a una formula più accattivante per una fruizione televisiva si assiste a partite e gare con stadi sempre più semivuoti e con pochissimo spettacolo dal vivo, ma con un giro d’affari senza precedenti.

Anche noi desideriamo il nostro sceicco che ci porti realmente nel calcio che conta e ci faccia sognare con grandi campioni e valanga di milioni di euro. La nostra città poi cosa ha in meno delle megalopoli caotiche e grigie del resto d’Europa? Nulla.
E allora cari sceicchi se siete interessati ad acquistare il Taranto mandate un emissario in via Martellotta 3, e non ve ne pentirete.

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