Marcello Fumarola | |
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Dopo l'ottimo pareggio di Cerignola e la "molle" eliminazione in Coppa Italia ad opera del Sorrento, il Taranto era chiamato ad una vittoria contro il Nola di mister Liquidato.
Panarelli, per centrare l'obiettivo, è tornato al 4-2-3-1; Manzo e D'Agostino sono tornati titolari (e decisivi) mentre Cristiano Ancora è invece tornato... in tribuna.
Probabilmente il mister rossoblu si ritiene coperto, nel ruolo di esterno offensivo, con gli over Di Senso ed Oggiano e con gli under Salatino e Squerzanti (più Bonavolontà), al punto di non ritenere necessario l'apporto di Ancora, nemmeno in panca. Se vogliamo, rispetto alla gestione Cazzarò, è proprio questa la novità più rilevante.
Di contro il mister campano prova a far insinuare un cavallo di Troia...nello scacchiere difensivo rossoblu, ma il risultato (gol giustamente annullato per offside) è fastidioso solo quanto un "Mocerino" nell'occhio.
Come ormai triste consuetudine, un tempo regalato da parte dei nostri; stavolta è il primo, alquanto deludente, con squadre accompagnate negli spogliatoi dai fischi dei sempre impazienti ed esigenti tifosi rossoblu.
Dopo pochi minuti della ripresa, però, la palla "tagliata di Manzo" aggiusta la bocca a coloro che fischiavano a fine primo tempo e fa degustare vittoria ed il "quasi primato", visti i risultati delle altre. Ancora un bel gol di Favetta ed il sigillo di D'Agostino regalano una franca e rotonda vittoria, nonché la prima domenica di "verginità" al buon Pellegrino che finalmente non subisce gol ed un sensibile e corroborante riavvicinamento alla vetta della classifica.
Il risultato ottenuto non deve riportarci agli entusiastici e sempre frettolosi giudizi di fine mercato, ma regala ulteriore convinzione alla squadra in previsione dell'ostica trasferta di Torre Annunziata.
Dicevamo degli altri risultati e di un campionato da decifrare ma che appare sempre più abbordabile.
Per dimostrarlo facciamo il gioco della catena (di risultati... appunto): il Picerno ancora capolista, dopo aver già sofferto contro il Fasano, perde in casa e si fa raggiungere in vetta dall'Altamura che, a sua volta domenica scorsa, aveva perso in casa contro la Gelbison che ieri ha invece perso in casa contro la Sarnese. Tutto frutto di un notevole equilibrio, come giustamente fa notare il mister a fine gara, che a mio avviso però tende verso il basso e rende il campionato assolutamente domabile, anzi dominabile se solo si decidesse di alzare la nostra asticella dei valori.
Forse, a lungo termine, va rivolta più attenzione a chi ora è un pò più indietro ma, ripeto, la sensazione è che tutto o quasi possa dipendere da noi.
La partita contro il Nola era significativa, più che per il valore dell'avversario (comunque ostico in trasferta) per ottenere conferme sulla voglia e sulla capacità della squadra di vincere questo tipo di partite. Certo che non abbiamo vinto contro la Juve (nonostante i colori degli avversari) e l'entusiasmo straripante degli stessi che mercoledì avevano già riempito la squadra di insulti, è tanto ingiustificato quanto controproducente. Personalmente dopo le scottature tipo Serpentara (ma non solo), attendo con moderata fiducia che giunga il buon Paolo Valenti a darci... i risultati finali.
Detto della domenica calcistica, passiamo come sempre ad esaminare altri aspetti.
Sul Taranto sono in tanti a voler mettere le mani; e non parlo di questioni societarie per le quali qualsiasi altro scenario appare distante (assolutamente minuscolo).
Parlo di tecnici o ds che tramano per poter porre le terga su quella panca o sulla sedia della scrivania.
Panarelli è, al momento, imbattuto in campionato e gli va dato atto del coraggio e dell'efficacia delle scelte effettuate. È vero, le vittorie sono giunte con squadre di bassa classifica; sofferte come a Sarno o soffertissime come contro il Gragnano; ma i risultati parlano anche di un buon pari a Cerignola (anche gli ofantini hanno penato per piegare il Gragnano) oltre a quello "un pò così" dell'esordio contro il Bitonto.
A Torre Annunziata affronteremo un altro test per dimostrare di poter vincere anche contro squadre della parte alta della classifica.
Assolutamente da sfruttare le assenze in casa Savoia (forse in 6 non potranno essere della contesa) con il tecnico Squillante (anche nelle dichiarazioni) che nonostante ciò si dice convinto di poter vincere.
Compito arduo, mister, per il suo Savoia: il famoso Savoi... arduo!
I risultati sportivi, quindi, quale terapia per altre problematiche? È ciò che si può sperare, anche se il freddo deve ancora arrivare e nel freddo si muoveranno meglio coloro che si saranno più... "coperti" per affrontarlo indenni.
Le parole di Panarelli in conferenza stampa, sull'unità di intenti, sono assolutamente da condividere e da estendere a chi, sui social, continua la "guerra del fuoco amico" e lancia altresì accuse sotto "mentite e un pò vigliacche spoglie". Perchè amare i colori non significa amare la serie D nella sua pochezza (concetto da non dimenticare mai); non significa accettare supinamente che alla terza giornata i bar dello stadio siano ancora chiusi; e meno male che, come cantava Battisti, "quel carrello passava e quell'uomo gridava Borghettiiiii"... e vendeva bottigliette con tanto di tappo; alla faccia dell'immagine, del coinvolgimento delle famiglie e della sicurezza; amare la squadra non significa, insomma, avere paraocchi o museruole di alcun genere. E siccome quest'anno si deve vincere "senza se e senza ma" cerchiamo di "coprirci" e cautelarci il più possibile, in modo che non vada a finire (come sempre negli ultimi anni) a tarallucci vino e... caciocavallo.