CALCIO

Ripescaggi, riammissioni e rispetto delle regole

Alla vigilia della pronuncia del Collegio di Garanzia del CONI (7 settembre), ecco cosa potrà succedere dalla serie B in giù
   Roberto Orlando

05 Settembre 2018 - 10:37

Tempo di lettura: 3 minuti

Mai come quest’anno il calcio italiano ha saputo creare incertezza dell’intero sistema; a tutt’oggi, ai primi di settembre, assistiamo ad una Serie B partita zoppa con 19 squadre e i campionati di Serie C e D fermi (e ci sarebbe tanto da parlare su tutte le manovre di potere tra le varie componenti in seno alla FIGC in vista delle prossime elezioni), in attesa, per il 7 settembre, della decisione finale da parte del Collegio di Garanzia del CONI, presieduto da Franco Frattini sulla legittimità dell’intervento del Commissario Fabbricini sul format della serie B. Nonostante ogni nostra eventuale ipotesi possa essere disconfermata, una indicazione su cosa succederà Frattini l’ha fatta intuire attraverso Twitter (ristabilire la serie B a 22 squadre).

Cosa potrà succedere in serie B? Innanzitutto, già arriva il primo nodo su quali società salirebbero in cadetteria: tra Catania, Novara, Ternana, Siena, Entella e Pro Vercelli davvero non sapremmo dire chi ha i titoli per poter salire di categoria. Resta ignota la graduatoria dei ripescaggi in serie B, mai pubblicata e allora tutti alla finestra in attesa di avere certezze. Nel frattempo, forse ingiustamente, queste società (e a cascata quelle di serie D che ambiscono ad un posto in terza serie) si sono preparate ad affrontare un campionato diverso, avendo pianificato una preparazione e un mercato focalizzato sulla attuale categoria di appartenenza. Tra le restanti società di serie C, inoltre, si è pronti ad eventuali cambi di equilibri per il prossimo campionato tra lotta promozione e salvezza.

E i ripescaggi in serie C? In un intervento di fine agosto, il presidente Gravina, ha dichiarato che la Lega di serie C ha chiuso l’organico, essendo scaduti i termini per la presentazione delle domande di ripescaggio: forse le sue parole volevano porre fine alle speculazioni sull’eventualità di una riapertura che favorisse in modo surreale Bari e Avellino, fallite poco più di un mese fa, ma tant’è, è difficile anche ipotizzare che queste dichiarazioni siano circoscritte alle due “nobili” fallite. Potremmo però fantasticare: anche se la ragione ci fa pensare che sarà così, visto anche il precedente dello scorso anno, quando ai nastri di partenza si presentarono 57 squadre su 60 per mancanza di squadre ripescabili, nell’estate delle sorprese non sarebbe nemmeno tanto pellegrina l’idea della riapertura di un bando di gara (come proponeva il sindaco di Bari Decaro) giustificato proprio dall’eventuale terremoto che potrebbe scatenarsi dopo la pronuncia del Collegio di Garanzia.

Siamo pronti? Naturalmente noi stiamo osservando il quadro generale del calcio italiano, dove sulle teste di calciatori, società e tifosi si sta giocando la guerra per la presidenza FIGC, ma le conseguenze sui campionati e su molte squadre potrebbero diventare reali già dopodomani; come sappiamo, il presidente Giove ha dichiarato pubblicamente che lui non è disposto a pagare “l’immorale” fondo perduto, dato che sul suo groppone c’è ancora quello del 2016 e che quindi non è interessato ad un eventuale ripescaggio/riammissione. Inoltre, sempre a detta del numero uno di via Lago di Como, il Taranto punta a vincere questo campionato; per tornare in serie C dalla porta principale, insomma. Noi restiamo in fiduciosa attesa di questa grande ambizione, così come attendiamo fiduciosi anche per le piccole cose, come ad esempio la presentazione della maglia, appuntamento rinviato e di cui ancora, ufficialmente, non si sa nulla.

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