CINEMA

Francesco Bonelli, 'Taranto è una città splendida con il mare azzurro e tanta passione'

Attore, sceneggiatore e regista italiano. Intervistato da MRB.it
   Angelica Grippa

16 Agosto 2018 - 22:33

Tempo di lettura: 8 minuti

Francesco Bonelli è un attore, sceneggiatore e regista italiano. L'8 marzo 2018 esce nelle sale italiane, "Anche senza di te", film commedia da lui diretto girato nella città di Taranto. Tra gli attori protagonisti citiamo Myriam Catania, Nicolas Vaporidis, Matteo Branciamore e Alessio Sakara. Questo film tratta temi alquanto delicati, di grande rilevanza a livello sociale, e da sempre a cuore del noto regista. Parliamo di precariato del lavoro, del difficile rapporto odierno tra genitori e insegnanti, tutto sullo sfondo di relazioni private. Bonelli sta anche girando una fiction via web, sul canale Youtube "Francesco Bonelli fuori onda", giunti alla terza puntata, apre a tematiche interessanti e sempre diverse. Lo ospitiamo con immenso piacere ai nostri microfoni.

Signor Bonelli giungiamo al cuore della questione: perché ha scelto di ambientare il suo film 'Anche senza di te' a Taranto?
"Taranto è ingiustamente nota solo per i suoi conflitti ecologici e industriali. E' una città splendida, socievole con un mare azzurro, colma di sole e passione. Nel film ho voluto raccontare il conflitto esistente tra una tradizione comunale come quella della regione Emilia, quindi aperta da sempre ad innovazioni, e l'ambiente tarantino storicamente differente. L'ho fatto attraverso la figura del pedagogista Loris Malaguzzi, ideatore del famoso metodo ‘Reggio Children'. Ho cercato di far emergere il contrasto tra le immense potenzialità di una città, e le menti di quella gente che tende a rimanere ancorata al passato".

Il film racconta le vicissitudini di una giovane insegnante precaria, stanca di aspettare il cosiddetto 'posto fisso'. Ma questo tema la tocca da vicino, o è una scelta generica per affrontare uno dei tanti temi sociali alla ribalta?
"Mi tocca da vicino, la precarietà è come un'ombra per chi svolge una professione come la mia. La precarietà è un'opportunità ma è anche un dramma, e tocca delle fasce che dovrebbero avere maggiore stabilità. Parlo degli insegnanti per esempio, hanno in mano le teste e il futuro dei nostri figli così come di tutte le generazioni future. E' una mera contraddizione che siano pagati così poco proprio coloro che nella società svolgono il ruolo più delicato e importante. Il danno che puoi procurare ad un bambino in età prescolare o sino ai 10 anni è irrecuperabile. Purtroppo tutto nasce dal uso improprio del concetto di ‘prestazione', è l'antitesi dell'armonia e dello stare al mondo. Se si parte dalla prestazione si creano degli squilibri assurdi e irrecuperabili".

Secondo lei questo è collegato alla crisi delle materie umanistiche, o della parte propriamente umana svalutata da una società, che da invece priorità all'aspetto economico e tecnico?
"Non vi è alcun dubbio su questa riflessione. Tant'è che le grandi multinazionali ultimamente stanno assumendo i laureati in lettere, anche ad alti livelli quindi, si sono finalmente resi conto che la risorsa umana è una parte fondamentale. Risorse che vengono solo da chi ha coltivato nel suo percorso quelle materie che arricchiscono lo spirito".

Altro tema affrontato nel film è il delicato rapporto tra gli insegnanti, sempre più svalutati, e i genitori sempre più prepotenti. Queste dinamiche quale conseguenze avranno sulle future generazioni?
"Disastrose, direi conseguenze disastrose. Questo rapporto non è così negli altri Paesi, specialmente quelli nordici, dove l'insegnante di scuola elementare è ben pagato, quasi come un dirigente. Non possiamo ingannare i bambini, e capiscono quando una persona è povera. Credo sia una situazione drammatica in questo Paese, dove non si ha considerazione né stima di un insegnante. Come affermava il grande Vittorio De Sica il bambino osserva, se vede che il maestro stenta ad andare avanti, che non ha un post fisso, non ha l'auto, metterà all'ultimo posto tutto ciò che proviene da quella persona. Si è persa la centralità del ruolo del maestro, raccogliendo un'ignoranza antica, quando ai primi del ‘900 vi era una forte analfabetizzazione. In seguito si è cercato in modo prepotente di porre la cultura alla portata di tutti sino agli anni '60, adesso siamo ripiombati nel buio. Gli insegnanti da parte loro devono avvicinarsi ai nuovi approcci didattici, che richiedono una maggiore preparazione, non mirando esclusivamente alla trasmissione semplice di nozioni. La psicologia, la sociologia, la capacità di ascolto dovrebbero svolgere un ruolo centrale nel percorso scolastico".

Ora parliamo del percorso pedagogico che tratta il film, questo approccio didattico che fa riferimento a Loris Malaguzzi chiamato 'Metodo Reggio-Emilia', approfondiamo i capisaldi del metodo e analizziamo i motivi della sua approvazione.
"E' l'ultima frontiera della scuola per l'Infanzia, riconosciuta in tutto il mondo. E' gravissimo che in Italia se poni una domanda su questo metodo ad una persona anche di cultura media non lo conosca. E' stata una figura centrale, e con gli anni verrà rivalutata, è stata volutamente messa nell'ombra perché erroneamente considerato un comunista. Ma gli allora dirigenti democristiani lo temevano, ci fu proprio una campagna radiofonica voluta dalla DC contro questo metodo. Ne è stata riconosciuta l'importanza in Italia dopo 30 anni. Il metodo lascia spazio alla liberà del bambino, Malaguzzi spiega la differenza tra insegnamento e apprendimento: il primo è di carattere rigido e nozionistico e può essere rivolto al ragazzo o all'adulto; mentre il secondo è incline alla curiosità del bambino che vuole in base alla propria natura, imparare a cantare, disegnare, suonare, o scrivere per imparare ad esprimere ciò che prova. Se l'impulso viene dal bambino in modo spontaneo, tenderà a utilizzare le nozioni per un suo fine espressivo. Mentre con l'insegnamento si assiste ad un livello tiepido di partecipazione con l'apprendimento vi è il pieno coinvolgimento".

Un suo parere su un tema a noi molto caro: perché queste città come Taranto dal grande potenziale, con un passato così lustre e ingombrante, non riescono ad uscire dalle crisi e vivono ai margini?
"Determinante è lo studio storico e sociologico di un luogo. Io personalmente vado a fondo, cerco motivazioni profonde e antiche, nel medioevo o alla fine dell'Impero romano. Queste città hanno avuto una matrice clericale diversa da quella comunale, questo crea un enorme differenza. Non sono motivi recenti ma storici e antichi, bisogna scavare con delicatezza nelle ragioni storiche di Taranto".

Parliamo del suo ultimo progetto, questa fiction web sul canale Youtube 'Francesco Bonelli fuori onda'. Di cosa parla?
"Questo progetto nasce da un desiderio di proporre una fiction che non sia dispensatrice di risposte precotte, ma che parte ai dubbi di ciascun spettatore. I pensieri inconfessabili che tormentano la gente, e che varia da persona a persona. Noi viviamo dei disagi che si scontrano con il mondo delle notizie, avendo sempre rispetto dei drammi che ci vengono propinati quotidianamente. Dentro di noi ci sono domande personali collegate a quelle questioni, tratti che vorremmo approfondire. Ad esempio una puntata era incentrata sulla questione dei barconi e degli immigrati, in cui si affrontano due temi che mai ho appreso dall'informazione. Ho chiesto ai miei ‘amici senza frontiere' se fosse mai stata fatta una campagna su controllo delle nascite, tenendo conto che in Italia vi è una natalità bassissima rispetto ad alcuni paesi dell'Africa, dove il maschio con tanti figli viene configurato come potente, o vengono assegnati dei terreni sulla base del numero della prole. Possibile che ci occupiamo speso di barconi o di morti a mare, ma non ci curiamo di questa delicata questione?. Mi hanno riposto che è complesso, che ci hanno provato, ma la cosa più curiosa è stata vedere come i donatori europei quando sono giunti a conoscenza del programma di prevenzione e di controllo delle nascite hanno sospeso le donazioni. Preferivano dare soldi ad un bambino che muore di fame a due mesi, e non alla madre che può limitare le nascite. In un'altra puntata si affronta l'intestardimento di un ragazzo innamorato, dove finisce il concetto di cotta colossale e dove inizia quello di stalker, o di persona legalmente pericolosa?. Stiamo cercando di tirar fuori tutte quelle zone d'ombra e parlarne apertamente in un programma web. Alla fine della puntata dove ci son tre disc jockey che espongono il proprio parere, va in onda la notizia standard, vi è quindi un ‘non-detto' a cui diamo voce. In un'altra puntata parliamo dell'esasperato amore per gli animali domestici, gente che arriva a spendere anche 2-300 euro al mese pe il mangime e poi magari lega l'anziano ad un letto. Non è l amore per gli animali, ma un problema affettivo irrisolto delle persone, che scaricano sulla povera bestia, ammazzando una marea di altri animali per la nutrizione dei loro prediletti. Così si alimenta un giro d'affari immenso, che pare essere di 67 miliardi d euro, 5 redditi di cittadinanza nelle crochette. Sin ora sono state mandate in onda 3 puntate, e noi faremo una prima stagione andando in onda tutti i sabato, raccogliendo proposte dal pubblico sui temi da trattare, un programma assolutamente aperto a tutti, in onda sul canale di youtube chiamato 'Francesco Bonelli fuori onda'".

Resta sempre aggiornato!

Invia un messaggio WhatsApp al 380 762 9286 con scritto "Iscrivimi"
Seguici sul nostro canale WhatsApp (Clicca qui)
Seguici su Telegram (https://t.me/MRB_it)

Potrebbe interessarti anche...


NETWORK

Scroll to Top