Maurizio Mazzarella | |
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La trattativa sembrava ormai in netta discesa, ma invece ha trovato un brusco scoglio di nome Piero Braglia. Il portiere Paolo Pellegrino, la scorsa stagione in forza al Taranto di Michele Cazzarò, rischia di non tornare in riva allo Ionio. Nonostante il continuo dialogo tra la dirigenza ionica e quella del Cosenza che ne detiene il cartellino, l'opposizione di Braglia risulta al momento decisiva per la mancata conclusione della trattativa. L'accordo tra Taranto e Cosenza era stato praticamente trovato e tuttora non trova ostacoli di sorta se non quello del tecnico cosentino, che tra l'altro ha vissuto proprio a Taranto una delle parentesi più brutte delle propria carriera di allenatore.
Ma passiamo ai fatti. Il Taranto ha chiesto nelle scorse settimane ufficialmente il rinnovo del prestito di Pellegrino al Cosenza, che aveva risposto di attendere il termine dei play-off per capire quale campionato avrebbe affrontato nella prossima stagione. In caso di promozione nella serie cadetta, Pellegrino sarebbe stato parcheggiato un altro anno in riva allo Ionio, differentemente, sarebbe rimasto in forza al Cosenza in Serie C. La squadra di Braglia ha però meritatamente conquistato la Serie B e di conseguenza si attendeva ad ore il “si” del Cosenza al nuovo prestito del giovane portiere. Tra il presidente del Taranto Massimo Giove e la dirigenza calabrese, c'era stato anche un colloquio positivo per chiudere la trattativa, ma poi Braglia ha dato un “no” secco all'accordo. Il perché ufficialmente, è stato dettato a dire del tecnico, dalla voglia di testare il portiere tra i cadetti e portarlo con la prima squadra in ritiro.
Questo confermerebbe quanto il Taranto abbia valorizzato il calciatore, che però vuole tornare nella squadra allenata da Cazzarò per poter continuare a giocare da titolare invece di essere messo in naftalina per un capriccio. Pare infatti che l'antipatia di Braglia nei confronti della piazza tarantina non sia svanita. Il rancore ancora forte nei confronti del Taranto dopo l'esonero precoce nel corso della gestione D'Addario non è stato ancora assimilato. Il problema è che ormai quel Taranto non esiste più da molti anni ed attualmente la società è diretta da una proprietà che non ha alcun legame con l'ex “magnate” delle automobili. Nonostante il tempo passato, il Taranto e la sua tifoseria pagano ancora lo scotto di quella scellerata gestione.
La società ionica ad ogni modo non è rimasta inerme ed ha sul piatto almeno cinque nomi pronti per accasarsi in rossoblu, soprattutto under. L'intento è quello di partire in ritiro a Luglio con l'organico completo a disposizione di Cazzarò.