Andrea Loiacono | |
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A distanza di qualche giorno dalla sconfitta nella finale play-off persa contro la Cavese, abbiamo contattato telefonicamente l'esterno d'attacco rossoblù Cristiano Ancora, uno dei migliori in campo anche nella sfida del "Simonetta Lamberti".
Come avete reagito dopo la sconfitta di domenica scorsa? C'è un po' di rammarico per come è andata la finale?
"Siamo dispiaciuti per la sconfitta perché ci tenevamo a vincere questi play-off; volevamo regalare questa gioia ai nostri tifosi, però la Cavese ci è stata superiore e bisogna rendergli onore. Resta però il fatto che abbiamo disputato un girone di ritorno eccezionale da quando si è formato questo gruppo. Siamo la squadra che ha fatto più punti nel girone di ritorno. Sono sicuro che abbiamo dimostrato di meritare di indossare una maglia pesante come quella del Taranto".
Dalla televisione ci è parso di vedere un Taranto più scarico e con meno grinta rispetto alla partita di Altamura. Si è trattato forse anche di un calo fisico? A livello tattico, ritieni che il 4-2-3-1, modulo con un'unica punta, fosse lo schieramento migliore per una gara che bisognava per forza vincere? Non sarebbe stato meglio un 4-4-2 o 4-2-4? Nei giorni scorsi ho sentito dichiarazioni di tuoi compagni che affermano che il Taranto ha provato prima a contenere l'avversario ma è stato aggredito. Non sarebbe stato meglio aggredire per primi dando profondità alla squadra?
"Abbiamo preparato la partita come l'avevamo preparata per Altamura. Ad Altamura è andata bene mentre a Cava no, quando si perde c'è sempre qualcosa che non va. Secondo me non è questione di grinta o psicologica, siamo arrivati bene ma loro hanno preso il pallino del gioco in mano. Poi su un episodio abbiamo preso gol. Gli episodi sono fondamentali. Se fossimo riusciti a siglare il 2-2 staremmo parlando di un'altra partita. Comunque penso che bisogna fare i complimenti alla Cavese. Siamo contenti di quello che abbiamo fatto, siamo un gruppo che da dicembre ha cambiato tanti giocatori e persino la società; io penso si debba ripartire da questo".
foto Luca Barone
A proposito di annata, sei uno dei pochi ad essere rimasto dall'inizio alla fine; hai disputato una delle tue migliori stagioni. Il mister ti ha spostato sulla fascia nel tridente dietro l'unica punta. È questo il segreto del tuo rendimento? Quale dei sei gol che hai realizzato è quello a cui sei maggiormente legato?
"Credo che questa sia la mia migliore stagione; ho già giocato un anno a Brindisi in questa posizione ma in passato ho ricoperto anche il ruolo di seconda punta. A livello di continuità di rendimento, di prestazioni è stato il mio miglior anno. Ho giocato sempre e non ho avuto particolari infortuni. I gol a cui sono più legato sono quelli con la Cavese in casa perché ero reduce da un periodo in cui non riuscivo a segnare molto".
Quella appena trascorsa è stata una stagione quasi divisa in due: quella della vecchia gestione societaria e quella del nuovo Taranto che ha dato l'impressione di poter compiere un'impresa eccezionale. Cosa c'era effettivamente che non andava in quel Taranto? Qualcuno remava contro nello spogliatoio? Chiaramente non voglio i nomi ma una descrizione generale della situazione.
"Credo che non si possa fare un paragone tra le due situazioni. Il primo Taranto era composto da giocatori diversi con caratteri diversi, il tutto gestito da una società diversa. In più a livello ambientale c'erano un po' di turbolenze con la tifoseria che era lontana dallo stadio e dalla squadra. Poi dopo la società nuova ci ha dato sicurezza compattando il gruppo. Sono arrivati giocatori diversi e abbiamo dimostrato con i fatti e con i punti la forza del gruppo. Abbiamo battuto tutte le avversarie che sono venute allo Iacovone. Per il resto non giudico le parole dette da altri. Noi a dicembre ci credevamo ancora, nonostante molti ci deridessero. Sono convinto che la gente abbia comunque apprezzato i nostri sforzi. Aver riportato 8.000 persone allo stadio nella partita col Cerignola penso sia stato fantastico".
La società ha più volte detto di voler confermare il 70% della rosa attuale, a partire dall'allenatore per proseguire con gli elementi di spicco. Ritieni sia la scelta giusta per vincere?
"Non so se le percentuali saranno più alte o più basse. Di sicuro, credo che una squadra che fa più punti di tutti nel girone di ritorno un'anima ce l'ha. Poi non mi permetto di fare le valutazioni che spettano alla società".
foto Luca Barone
E Cristiano Ancora cosa farà?
"Sinceramente a Taranto sto bene e voglio rimanere in rossoblù, anche perché ho il sogno di vincere con questa maglia".
Abbiamo avuto modo di vedere alcune foto della vostra “cena di fine stagione”. Sapete già quando vi incontrerete con la società per parlare delle vostre posizioni contrattuali?
"Ieri ci siamo visti tutti per un saluto generale a suggellare un'annata positiva. Penso che tra una decina di giorni ci incontreremo con la società per parlare del nostro futuro. La storia del Taranto insegna che una squadra con questo blasone non può che lottare per vincere".