Andrea Loiacono | |
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Ex centrocampista, regista dai piedi buoni che ha indossato in passato sia la maglia del Taranto che del Manfredonia: abbiamo contattato telefonicamente Michele Menolascina per porgergli qualche domanda in vista del rush finale di campionato.
Domenica allo Iacovone ci sarà la sfida tra il Taranto e il Manfredonia. A quale formazione sei maggiormente legato? C'è qualche aneddoto che ti viene in mente pensando a questa sfida?
"Sono stato bene da entrambe le parti, anche se a Taranto la mia permanenza è durata solo due mesi e mezzo, mentre a Manfredonia per una stagione. A Taranto ho beccato un periodo brutto con l'era Pasquino, culminato sfortunatamente con la retrocessione. Vedere però all'ultima partita sugli spalti quindicimila persone fu un colpo al cuore. Riuscii a segnare anche un gol in poche presenze. A Manfredonia invece fu una stagione dove si poteva fare sicuramente di più, eravamo una buona squadra, disputammo un campionato tranquillo ma eravamo una formazione che poteva sicuramente fare qualcosa in più".
Domenica arriva questa sfida che pone di fronte due formazioni con obiettivi diversi: il Taranto con una vittoria raggiungerebbe il terzo posto mentre il Manfredonia è ormai matematicamente retrocesso. Quali potrebbero essere le insidie per il Taranto?
"Penso che di insidie ce ne saranno poche, anche perché c'è talmente tanto divario tra le due formazioni che non credo che il Taranto possa avere difficoltà a fare risultato. Si tratta di una squadra importante per la categoria. In più, il Manfredonia avrà il morale sotto i tacchi e un tasso tecnico di gran lunga inferiore".
Questo girone di serie D è stato il più complicato con il Potenza che ha praticamente dominato. Da chi ti aspettavi di più e quale squadra è invece la rivelazione di questo campionato?
"Vedendo la classifica, in alto si trovano le squadre che alla vigilia erano le favorite come il Potenza, la Cavese e il Taranto. Gli ionici ci hanno messo un po' di più a carburare. Il Potenza è partito forte rispetto alle altre riuscendo poi a sopperire anche a un momento di difficoltà. Per quello che ha fatto dall'inizio ha dimostrato di meritare la promozione. Se il Taranto si fosse attivato prima, così come la Cavese, avrebbe ottenuto qualcosa in più. A Taranto ci sono state una serie di situazioni che non hanno agevolato la squadra. Peccato perché Taranto è una piazza che non merita questa categoria".
Inizieranno i play-off; c'è chi dice che non serviranno a nulla per i ripescaggi mentre altri sostengono che siano importanti per un'eventuale riammissione. Quale dovrà essere l'atteggiamento del Taranto in questi spareggi?
"L'atteggiamento deve essere quello di vincerli e poi vedere quello che succede".
Che ricordi hai della città e della tifoseria?
"Al Taranto per me la Lega Pro già sta stretta. Ricordo l'ultima partita che giocammo. Vedendo tutti quei tifosi mi scappò anche da piangere. Vedere una piazza del genere in serie D è veramente un peccato".
Per abbandonare certe categorie cosa occorre? Si tratta soltanto di buona programmazione?
"Bisogna programmare e nello stesso tempo calarsi anche nella categoria e non vivere di ricordi. In un campionato di D delle difficoltà ci sono sempre e si crea facilmente un ambiente ostile che non ti aiuta a raggiungere gli obiettivi. Remando tutti dalla stessa parte si potrà raggiungere prima l'obiettivo del salto di categoria".