TARANTO FC

Migliaccio, 'A Taranto i miei anni più belli. Gli auguro di risalire quanto prima'

E sul futuro, 'Ho il patentino da allenatore, è il momento per mettermi in gioco'
   Andrea Loiacono

15 Febbraio 2018 - 12:19

Tempo di lettura: 3 minuti

Difensore roccioso e abile marcatore, ha indossato le maglie di Torres, Giugliano, Taranto. Torres e Cavese, disputando per la maggior parte campionati di Lega Pro in squadre attrezzate per vincere. Stiamo parlando di Vincenzo Migliaccio che noi di MRB.it abbiamo contattato telefonicamente.

Cosa ha rappresentato Taranto per te?
"Taranto per me è stato il punto più alto della mia carriera, è vero che venivo già da sette anni di esperienze in serie C però come pressione e come spessore della tifoseria Taranto è stato il punto più alto della carriera in quanto abbiamo sempre lottato per vincere tranne quell'anno in cui abbiamo rischiato di retrocedere che poi ci salvammo all'ultimo".

Quali sono i rammarici e i ricordi più belli della tua carriera?
"Sicuramente i tanti play-off persi. Diciamo che nei play-off non sono molto fortunato. Ho perso a Taranto due volte a Giuliano due a Teramo tre. Le soddisfazioni comunque in carriera me le sono tolte, ho giocato per 15 anni consecutivamente in serie C. La svolta che non è arrivata è stata proprio a Taranto se fossi salito in serie B a 27 anni in una piazza che ha un tifo come quello del Taranto, sarebbero cambiate diverse cose per il sottoscritto. La finalissima persa ad Ancona è stato il rammarico più grande della mia carriera. Sarebbe stato un grande trampolino di lancio. Non sono riuscito mai a fare il salto di qualità ma ho avuto continuità nei rendimenti".

Hai giocato l'ultima tua stagione da calciatore con la Cavese quindi conosci l'ambiente della serie D.
"Si certo, ho incontrato tanti giocatori che avevano giocato con me nei professionisti perché in serie C ci sono tutti giovani e per giocare è necessario scendere di categoria. Io onestamente sono contrario a queste regole che impongono l'utilizzo degli under perché l'80% di loro gioca solo perché deve giocare per forza e poi dopo due anni smette".

Hai pensato anche tu come altri tuoi compagni ad un futuro da allenatore?
"Si ho già preso il patentino, adesso aspetto l'occasione giusta per mettermi in gioco".

Stai seguendo il campionato del Taranto? Come definiresti il girone dei rossoblù?
"Certo il Taranto l' ho sempre seguito. Si trova in un girone difficilissimo da vincere in cui ci sono squadre e campi sui quali è difficile giocare. Poi il Taranto ha avuto la sfortuna di partire male ad inizio anno. Quello che occorre a Taranto secondo me sono calciatori in grado di sopportare le pressioni che non si abbattano dopo una sconfitta e non si esaltino dopo una vittoria anche perché il pubblico quando i risultati non arrivano non è facile da gestire. I giocatori dall'interno devono essere equilibrati. Non conosco le dinamiche della nuova società, i calciatori buoni erano stati presi già a inizio anno anche se non conosco le dinamiche di quello che è successo".

Vuoi fare un saluto alla città di Taranto e alla tifoseria?
"A Taranto ho vissuto veramente momenti indimenticabili con emozioni uniche. Ai tifosi auguro che la squadra e la nuova società possano restituire decoro a una città così importante che da oltre 20 anni non riesce a gioire per i risultati sportivi. A loro vanno il mio abbraccio e i miei saluti".

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