#ERASMO40

Gli interventi dal Guestbook

40 anni fa, 40 anni ora. Iacovone vive?
   Roberto Orlando

05 Febbraio 2018 - 20:49

Tempo di lettura: 11 minuti

Raccontare significa anche ascoltare le storie degli altri, l'altra versione dei ricordi, parafrasando un noto cantante sanremese. E allora cosa c'era di meglio che raccogliere dall'ormai affollatissimo primo guestbook di TarantoSupporters i ricordi e le emozioni degli altri tifosi? Fu ciò che ideammo nel 2002, nel suo giorno. Lasciando anonimo chi lasciò il suo pensiero, ne riporto qualcuno significativo; riproporre quelle testimonianze ha oggi, 16 anni dopo, il senso del recupero della memoria, quella che il tempo cancella.

"Per me errante dalla nascita, Jacovone ha coinciso con la passione per il Taranto e per Taranto. Non l'avevo mai visto giocare, ma ho iniziato a tifare Taranto qualche settimana dopo la sua tragica scomparsa. Ho ancore fissa nella memoria la sua foto sul mio primo Album Panini. Avevo sei anni, disegnai una croce sotto la sua figurina. Ricordo ancora il senso di sacro che provavo ogni volta che aprivo quella pagina. Quello fu anche l'anno in cui l'Ascoli guidava il campionato, seguito mi sembra da Avellino e Udinese, ma anche l'anno in cui, complice la morte di Erasmo, tutta italia imparò a conoscere la passione di Taranto e dei suoi tifosi capaci di riempire in qiondicimila lo stadio in un giorno di pioggia per tributargli l'ultimo saluto. Ricordo come all'epoca il calcio a Taranto fosse diventato leggenda. Ricordo l'attesa per ogni partita e il vecchio Salinella sempre pieno. Si giocava e si tifava per qualcosa che andava al di là della vittoria. Era il senso di appartenenza e l'orgoglio per una città capitale industriale del mezzogiorno ad alimentare quelle passioni che il vivo ricordo di Erasmo trasformava in atmosfere magiche tutte le domeniche pomeriggio. Ricordo le foto con i baffi di Petrovic e le maglie rosse attillate degli altri. Foto di un calcio semplice pane e salame. Allo Jacovone si vinceva sempre, o quasi. Un pò come ora... anche adesso non vogliamo solo la B, ma speriamo e lottiamo per una citta migliore, vivibile, sana e piena di colori forti e accesi, che ci facciano dimenticare il grigio del siderurco e le sue illusioni. Ogni domenica portiamo festanti questi colori e queste emozioni in giro per l'Italia e da sempre Jacovone é il nostro simbolo. Grazie Erasmo!"

""La gente, i tifosi di allora, quell'anno credevano davvero di poter fare il grande salto. Sul numero 8 stipato all'inverosimile che ci portava al campo, i tifosi di una certa età - la maggior parte dei quali ora non c'è più - incalliti frequentatori degli spalti del "Corvisea" (poi "Mazzola") e successivamente del "Salinella", lo facevano notare a noi più giovani: mai nella sua storia il Taranto era stato così in alto, se si eccettuano alcuni campionati dell'Arsenaltaranto, ma ... "quella era un'altra squadra che aveva un campo tutto suo, il campo dell'Arsenale...". Volevamo vincere, dovevamo vincere quel giorno. Invece quella partita si rivelò stregata, quella domenica, alla fine, maledetta. Mi ricordo tutto come fosse ieri. Mi trovavo in Curva Nord, ed era un pomeriggio grigio e freddo. Il nostro Grande Centravanti cercò in tutti i modi di battere Ginulfi, il vecchio portiere della Cremonese ormai a fine carriera che, quel giorno, si aprì le cosiddette "valvole". Ricordo soprattutto il secondo tempo, passato ad attaccare incessantemente sotto la Curva Nord, dove mi trovavo; riecheggiano nitidamente nelle mie orecchie l'jasteme della gente: Ginù, cu'ddigghia scettà u'velen da 'nganne, cit'è stramuerte, cit'è strasonemuerte; così come il mitico coro d'incitamento di allora: ALE', ALE', U'TARDE ADDA VINGE'! Niente da fare. Quella domenica rimase strozzato nella gola di tutti il grido che celebrava ogni gol di Erasmo: IACO-IACO-IACOVONE; e nessuno immaginava che lo avremmo tirato fuori, a distanza di due giorni, all'uscita della sua bara da S.Roberto Bellarmino, sotto la pioggia. Con lui se ne andò il sogno di quei tifosi di una certa età che quella domenica erano sul numero 8, tifosi che pensavano di farcela a vedere il Taranto in serie A e che, invece, non ce l'hanno fatta. Quel sogno, a distanza di 24 anni, sento di averlo ereditato e spero di riuscire a realizzarlo anche, e soprattutto, per loro. Intanto, domenica prossima, mi piacerebbe sapere (vivo fuori Taranto e non potrò essere al campo) che il grido IACO-IACO-IACOVONE è stato liberato nuovamente nell'aria, magari dopo un gol di Riganò. FORZA TARDE!"

"Ottobre 1976, Taranto-Petrolul 3-1, esordio di Erasmo Iacovone col Taranto, subito nei primi minuti una doppietta: io c'ero! Così come c'ero (in curva Sud) con la Cremonese, laddove Ginulfi s'aprì cchiu valvole de n'acquedotte: che partita stregata! Forse non saremmo andati in serie A (qell'anno al giorno della partita della Cremonese avevamo già perso da mesi il secondo posto dietro l'Ascoli di Pasinato, frutto di tre(!) sconfitte consecutive in casa (di cui l'ultima, mazzata clamorosa per l'attesa che l'aveva preceduta, il 3-1 in casa dall'Ascoli: al che i più cominciarono a dire che Fico non voleva la Serie A, perchè costava troppo...corsi e ricorsi storici). Ci manchi Erasmo, ci manchi soprattutto come uomo, ci mancano i sogni che ci facevi fare, di imitare il tuo colpo di testa, salendo tra le nuvole oltre tutti i difensori, il tuo gol a le bbarìse, pallonetto in fuorigioco (due beffe in una), ci manca la Taranto del tuo tempo bella ed impertinente, tanto, troppo diversa da quella brutta e presuntuosa di adesso. Ciao, Erasmo, non ti dimenticherò!"

"Era una domenica come tante altre nei miei anni 70. Il lavoro m'aveva portato al nord. Ma quando c'era la partita, e per fortuna accadeva spesso, scomparivano d'incanto le mie continue nostalgie di meridionale a Milano e mi rituffavo col cuore gonfio d'emozione nell'incontro col Taranto, con i miei mille ricordi d'un tempo. Nel treno per Novara, immaginavo: sarebbe stata la solita partita in trasferta, tutta ansie e tremori difensivi, cullando la speranza di non rimediare l'ennesima sconfitta. C'era poi uno nuovo da vedere: un certo Jacovone. Quel tirchio di Fico s'era smentito questa volta, lo aveva pagato fior di quattrini. Mah, chissà.La partita ebbe lo svolgimento di cento altre già viste, i rossoblu quasi sempre in difficoltà lontani dal Salinella, l'avversario che ti avvolge, ti spinge dietro, ti manda in confusione e puntualmente passa in vantaggio Niente di nuovo, ci avevo fatto il callo. Intanto osservavo quel nuovo attaccante. Riccioluto, potente, scattante, ma per buona parte della gara inevitabilmente in imbarazzo con un gioco e con compagni che non conosceva. Insomma cominciavo a presagire un'altra amara delusione. Un altro malinconico ritorno a casa a testa bassa. Invece.parte un cross.ed eccolo, si avventa come un falco, eccolo, ERASMO JACOVONE, uno stacco imperioso si direbbe oggi, più precisamente a me sembrò una folgore abbagliante, sinistra, micidiale. Palla in rete. E fu 1-1, un bel pareggio e un po' di allegria, un raggio di sole anche per noi una volta tanto. All'uscita mi infilai nella piccola pattuglia di tifosi tarantini che festeggiavano e salutavano i giocatori rossoblu in partenza. Naturalmente lui il più reclamato, per quel gol che ci aveva allietato la domenica. Strinse la mano a noi tutti, ringraziando un po' sorpreso, un po' intimidito. Nel viaggio di ritorno a Milano aprii il mio cuore alla speranza. Quel ragazzo m'era parso qualcosa di diverso e di speciale. Infatti l'anno seguente fu proprio un anno speciale nella mia vita di tifoso rossoblu: il valore, la fama crescente di Jacovone, il comportamento di tutta la squadra, mi portarono ai limiti del paradiso. Domenica dopo domenica cominciai a pensare e pronunciare la parola serie A con sempre minore ritegno. Con lui, con Erasmo Jacovone, angelo di tutte le vendette, si poteva, sì, si poteva finalmente sognare ad occhi aperti."

"Io ho nitidi ricordi del periodo di Jacovone al Taranto. Pensa che ricordo persino l'amichevole con la squadra rumena del Petrolul Ploiesti organizzata per l'esordiente Jacovone, acquistato nel mercato autunnale. Vincemmo 3-1 (2 gol della buonanima e 1 di Giove, un ragazzotto di cui si persero le tracce e che magari è parente degli attuali proprietari del Taranto). Ricordo perfettamente (ero in Curva Sud) l'assedio alla porta di Ginulfi della Cremonese nell'ultima partita prima della disgrazia. Col senno di poi si potrebbe dire che era la manifestazione del destino di una giornata segnata. Detto questo aggiungo qualcosa che potrà non farti piacere, ma sento il dovere di scriverti. Qualche giorno dopo la morte di Jacovone avvenne qualcosa che mi fece distaccare emotivamente dalla vicenda. Ero un ragazzino (poco più di 12 anni), ma avvertivo una forzatura da parte della gente nel voler creare un mito a tutti i costi. Certo, ero troppo giovane per comprendere i motivi, ma il fastidio era soprattutto inconscio. Pensa che si organizzavano persino sedute spiritiche in più parti della città. La città era in preda ad una specie di raptus. Oggi a distanza di più di vent'anni il mio pensiero relativamente a Jacovone è il seguente. Era un buon giocatore, uno dei migliori centravanti che abbia mai visto con la maglia del Taranto, ma è stato troppo poco tempo (non per colpa sua) giocatore del Taranto per farne una bandiera eterna. Io personalmente sono molto più legato a Selvaggi, Caputi, De Vitis, Maiellaro che hanno davvero caratterizzato un'epoca e sono stati un po' accantonati dai nostri ricordi solo perché ancora vivi!..."

"Jacovone, purtroppo, è diventato come Villeneuve per i ferraristi, l'eterno alibi. Quello per il quale se non fosse morto avrebbe portato la propria squadra alla vittoria e per il Taranto (come per la Ferrari fino ad oggi) affamato da sempre di vittorie e per i tarantini, maestri nel dare la colpa dei propri mali ad altri o alla sfortuna, è caduto, ahimè, come il cacioricotta sull'chiangaredd'. Jacovone rappresenta un momento sportivo non felicissimo ma migliore di quello che abbiamo vissuto in seguito ed un'epoca di benessere economico della città, quello sì assoluto. Probabilmente, conoscendo G. Fico, il Taranto non sarebbe andato lo stesso in serie A: a rileggersi le cronache del campionato per conferme. Mio zio era, all'epoca, molto addentro le vicende societarie e ricordo che mi diceva che G. Fico non se la sentiva di sborsare i soldi necessari per andare in Serie A ed affrontare quel campionato. Ma questa forse è dietrologia".

"Ricordo le parole di un racconto di mia madre ( 7 febbraio 1978 ): "Era notte quando io ero di guardi al pronto soccorso con il dottore e le infermiere (era la Caposala) quando sentii arrivare una delle ambulanze a sirene spiegate; in cuor mio, come tutte le volte che accadeva, ho sperato che chi stessero portando in quel momento non si fosse fatto eccessivamente male, quando fece il suo ingresso sulla pedana dell' accoglienza... Quando vidi la povera persona che portarono all' interno della sala rimasi scioccata per le sue condizioni... Poi, notai che i barellieri e il conducente dell' ambulanza erano visibilmente scossi, qualcuno di loro piangeva... Ho chiesto se fosse per caso qualche collega, ed uno dei barellieri sussurrò tra i singhiozzi: "Non è possibile, mio Dio, non ci credo... Erasmo..." "Erasmo chi?", feci io "Il giocatore del Taranto, il nostro campione..." fu la risposta. Io non ne capivo molto di calcio allora come adesso, ma, lui, certo che lo conoscevo... Non sembrava neanche più lui... Mi commossi anch' io per quel povero giovane e... Madonna mia!!! Quanta gente che venne subito dopo... Un fiume immenso di gente... Non me lo dimenticherò mai più..."

"Si proprio così cari ragazzi/e, questo è un episodio che resterà indelebilenella mia memoria ............ si mi reputo fortunato !!! Io l'ho conosciuto !!! Avevo quasi 17 anni e sin da quando venne ( mercato autunnale ) dal Mantova, era diventato il Mio Idolo, ricordo che al suo esordio in maglia rossoblu ( contro il Novara) segnò il gol che ci permise di pareggiare e il difensore disse " al momento dell'impatto con il pallone ( segnò di testa ) era salito a prendere un caffè con qualche angelo colpendo nel frattempo il pallone ". Poi quel gol al bari ( merda )in sospetto fuorigioco , solo davanti al portiere sotto la curva Nord Splendido pallonetto !!!!! Credo che possa bastare....... .anche perchè cercare di ricordare altri episodi mi farebbero intristire parecchio anzi TROPPO !Solo chi ha vissuto le mie stesse sensazioni mi può capire e tutto questo può far capire perchè Erasmo è e sempre resterà nei Nostri Cuori Rossoblu. Grazie di tutto Caro Jaco !!!"

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