Andrea Loiacono | |
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Capitano in campo e difensore dai piedi da regista, 5 stagioni con la maglia rossoblù prima di chiudere la sua carriera calcistica con la Colligiana nel 2010 e intraprendere la carriera di osservatore che lo ha portato in breve tempo ad essere uno dei talent scout del Milan. Stiamo parlando di Ivano Pastore che noi di MRB.it abbiamo avvicinato telefonicamente.
Allora Ivano, raccontaci un po' di cosa ti occupi oggi e della tua esperienza come osservatore del Milan.
"Questa esperienza procede bene, principalmente giro l'Italia e l'Europa in cerca di giovani calciatori che possano essere utili alla società rossonera. Quando ho intrapreso la carriera da osservatore non mi aspettavo che sarei giunto in così poco tempo in una società prestigiosa come il Milan ma penso che lavorando con abnegazione e impegno tutto sia possibile".
Che ricordi hai della tua esperienza a Taranto, forse la più importante della tua carriera da calciatore?
"A Taranto ho giocato per cinque anni, ci sono dei bei ricordi per dei grandi risultati raggiunti come la promozione in C1 nel 2007 contro il Rende. Però ci sono anche dei brutti ricordi per delle vittorie sfumate per poco come la finale di Ancona o la semifinale di Avellino, potevano cambiare la vita di tutti noi ma così non è stato".
Starai seguendo certamente le vicende della serie D e del Taranto. Domenica c'è stata una domenica dolorosa soprattutto perché può rappresentare la fine delle speranze per la vittoria finale. Secondo te il campionato può dirsi concluso a Dicembre?
"Naturalmente seguo anche il campionato del Taranto, bisogna sempre rimanere aggiornati. Di solito concluso non bisogna mai definirlo un campionato perché c'è ancora qualche altra parità prima della fine del girone di andata più l'intero girone di ritorno. Il problema non è stare a 14 punti dalla vetta ma avere davanti 3-4 squadre che lottano per vincere. Ci sono Cavese, Cerignola, Potenza e Altamura. Il campionato sta prendendo un indirizzo bene preciso, queste quattro squadre si giocheranno la vitoria finale".
A questo punto quale linea d'azione bisognerebbe scegliere? Cominciare a cercare giovani validi per la prossima stagione o investire sin da ora per tentare una rincorsa? La prima parte di stagione ha fatto registrare la contestazione alla vecchia dirigenza. Adesso sotto l'occhio del ciclone è finito il DS Volume anche per il mancato arrivo di risultati. A Taranto è così difficile fare calcio? La programmazione è l'unica cosa che manca?
"Credo che “programmazione” sia una parola usata da tanti ma messa in pratica da pochi. Si parla sempre di dover programmare poi ai primi due-tre risultati positivi si stravolge tutto e si cambia senza tener conto della programmazione precedente. Anche il via vai di giocatori molti dei quali hanno chiesto la cessione può dipendere da un discorso di ambientamento nella piazza di Taranto. Stiamo parlando di una piazza difficile in cui giocare con una maglia pesante da indossare. A maggior ragione se si tratta di una campionato di serie D da vincere. Bisogna saperle reggere pressioni e reagire ai momenti negativi. Ci vuole la guida giusta sia all'interno che all'esterno come società. In questo momento se diversi giocatori vogliano andare via è perché vedono lontano l'obiettivo. Per quanto riguarda il Taranto credo che oggi l'obiettivo debba essere fare più punti possibili per mantenere viva la speranza per giocarsi qualcosa di importante. Però chi è dietro la scrivania deve ottimizzare questi sei mesi di vantaggio rispetto agli altri per costruire una squadra super per il prossimo torneo".
Cosa ne pensi della sessione di mercato nel bel mezzo di un periodo cruciale come la fine del girone di ritorno?. Non sarebbe stato meglio lasciare la sessione di calcio mercato a gennaio come era prima? In questo modo si eviterebbero voci deleterie sia per gli allenatori costretti a dover stravolgere i propri credi tattici e sia i calciatori continuamente distratti da voci di trasferimenti.
"Se parliamo di sessioni lunghe se ne potrebbe anche discutere. La verità è che secondo me cambia poco. In verità ognuno cerca di costruire le squadre per raggiungere i propri obiettivi, chi per vincere chi invece per raggiungere la salvezza. Una cosa è avere la possibilità di correggere la squadra in sette giorni dove non si ha molto tempo a disposizione e un altro è farlo in trenta giorni di mercato. Purtroppo questo disperde anche le energie mentali di chi gioca e contemporaneamente riceve delle offerte; si arriva a non pensare alla squadra per cui si gioca".
Se si dovesse presentare in futuro il Taranto con un progetto serio chiedendoti di mettere a disposizione le tue competenze, accetteresti?
"In questo momento ho intrapreso un percorso con il Milan. Non mi aspettavo di arrivare a collaborare con una società così prestigiosa ma me lo aspettavo, ho lavorato tanto per arrivare sino a qui. Ora voglio completare il mio processo di crescita. Auguro comunque al Taranto le migliori fortune calcistiche e cittadine".