Marcello Fumarola | |
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Oggi vorrei distaccarmi dal solito taglio dei miei scritti; vorrei liberarmi di una certa verve polemica e di una fastidiosa negatività (entrambe abbondantemente indotte dagli eventi, da qualche anno a questa parte) e raccontarvi di una favola, di un sogno. D'altronde sono in tanti quelli che, nonostante tutto, sognano (ad occhi aperti) audaci rimonte, alimentate da quell'inguaribile speranza che l'essere tifoso ti fa cullare e mai abbandonare.
Il mio sogno è, però, come la nota pubblicità di una banca...è differente.
Il mio sogno è quello di vedere un Taranto ambizioso con una società MOTIVATA E FORTE che abbia un progetto chiaro ed una programmazione lungimirante, condotta da professionisti seri e altrettanto motivati. Un sogno che riporta la gente entusiasta allo stadio, visto che domenica contro il Gragnano si è capito che per tornare a vedere lo Iacovone mediamente gremito non basta coinvolgere la Curva (tra l'altro in progressiva fase di sgretolamento) e che le parole, le espressioni di volontà fine a sé stesse, non hanno più alcun appeal sulla tifoseria.
Nel mio sogno c'era un "Signore del Calcio", tale Sergio Mezzina che, con pieni poteri ed un budget adeguato, costruiva uno staff tecnico di prim'ordine, magari con un direttore generale "alla Valentino Angeloni" ed un mister "alla Ferguson" come Gigi De Canio. Volo pindarico? Lo so ma... il sogno è mio, non svegliatemi, per ora!
Nel mio sogno c'era anche una conferenza aperta a tutti in cui un signore con voce ferma e decisa diceva di essere venuto da un altro pianeta per fare i fatti, perché di chiacchiere negli ultimi anni ci hanno "riempito assai" e le chiacchiere (puntualmente non suffragate dai fatti) ci hanno portati dove siamo.
Ma il sogno è durato poco; poco più di un mese e ad oggi la realtà assume sempre più i contorni di un recente passato che pare non aver insegnato nulla se non a... perseverare.
I "fatti" annunciati stanno, in realtà, come i chilometri delle auto di D'Addario... a 0!
E quell uomo venuto dal passato remoto (traumatico e non dimenticato) pare non voglia, o non possa, farci sapere lo "stato delle cose". Non pare in grado di fornire la chiarezza richiesta; che anche noi tifosi "comuni" abbiamo diritto di sapere di che morte dobbiamo morire...mica solo gli "azionisti tifosi", che non hanno mai fatto i processi a chi ci ha portati nella melma attuale, ma si affannano a bacchettare altri tifosi che scrivono sul web in un vero e proprio "processo alle intenzioni".
Ma si sa che costoro sono molto attaccati ai... "titoli" (di qualsiasi genere).
E dopo la deprimente prestazione di domenica scorsa (ora non si vince neanche più con le squadre, alle nostre spalle in classifica), la "nuova gestione" anziché prendere la palla al balzo per iniziare a costruire, anziché "rompere per aggiustare", fa il summit di mercato con chi ha portato questo scempio, fatto di tanto "fumo" e pochissimo arrosto, fatto di competenze calcistiche inversamente proporzionali alla presunzione ed all'arroganza, fatto di incapacità di costruire ma ancor più di gestire una rosa di calciatori e di uomini. E con il mercato "di riparazione" che incombe, il rischio è quello di mischiare "scuercele cu Favetta".
Ecco perché, se la strada che si vuole percorrere è quella della continuità tecnica con il disastroso avvio di campionato, con voce più ferma di quella dei flebili cori in curva di domenica scorsa, gridiamo la nostra delusione, accostiamo in piazzola di sosta e accendiamo le quattro frecce; magari schiacciando un pisolino e riprendendo a sognare.
Diceva un mio vecchio e saggio Comandante: "grazie per ciò che avete fatto ma soprattutto per quello che farete". Qui, non solo non c'è proprio nulla per cui e nessuno da ringraziare ma, viste le premesse, è quel che farete a preoccuparci. Perché anche questa estate era stato fatto "qualcosa di importante" e ci ritroviamo quinti, (anzi sesti dopo la vittoria a tavolino del Gravina a Manfredonia), a 10 punti dalla vetta, in una modesta serie D.
Il caffè è sempre sul fuoco, Presidè; gustarlo insieme le "aggiusterebbe la bocca" e le schiarirebbe le idee, mi creda.
Ma se proprio sto caffè non s'ha da fare, quantomeno evitiamo il solito amaro calice, riservato da anni a noi poveri tifosi, evidentemente non degni di partecipare alla vostra scarna mensa e considerati, più che il dodicesimo uomo,...un ingannevole ed inaffidabile tredicesimo.
Trasformi, pertanto, il sogno in realtà e la gente tornerà convintamente su quegli spalti; perché capirà il taglio, la svolta, il vero cambiamento rispetto ai suoi predecessori.
Che noi speriamo siano davvero tali, perché nonostante tutto siamo sempre pronti a lottare e sostenere...Fino alla fine...ma che non sia la fine... dell'anno.