Marcello Fumarola | |
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Cavese e Taranto si affrontano per evitare la crisi del "settimo risultato". Finalmente uno stadio degno ed una sfida che riporta a tempi e categorie migliori.
La Cavese ha Lame in campo e purtroppo qualche indigeno le ha anche fuori, vista la vile aggressione avvenuta nel prepartita nei confronti (anche?) di addetti all'informazione.
Cazzarò sceglie Capua dall'inizio, con Corso che si accomoda in panca; finalmente un'alternativa over a centrocampo da poter utilizzare a partita in...corso, appunto.
Inizio partita subito intenso, con il Taranto in controllo; il palo colpito dai Cavesi al decimo minuto è alquanto occasionale, scaturito da un colpo di testa di Girardi su un cross dalla trequarti. Pellegrino la tocca e batte la mano sul palo; soccorsi un po' tardivi ma poi arriva lo spray magico a "fare una mano" al portierino rossoblu.
Atmosfera vivace sugli spalti dove i Tarantini sono una cinquantina (e potevano essere 200) e non si intravedono pettorine gialle; discorso troppo articolato, da affrontare in altro momento... "ca mo' ste' à partite"...
E sul campo, al 22simo, bella manovra rossoblu con conclusione finale di Capua di poco a lato; ma il Taranto continua a premere e Pera viene prima anticipato e subito dopo servito troppo lungo da Diakite ...davvero un peccato!
Girardi ci prova con una conclusione appena fuori area; ma è come il pivot che nel basket tira da tre punti; non è "ogna sua" e Pellegrino para facilmente.
Tra gli altri under, Li Gotti quando crossa non riesce ad andare oltre il primo difensore, Bilotta viene spesso "preso in mezzo", mentre Palumbo è il solito lottatore.
Al 39simo giunge (inatteso) il gol della Cavese: a difesa schierata,
il molto positivo numero sette Carotenuto serve in area un pallone che "taglia fuori" Galdean; controllo e tiro del nr 10 metelliano che spedisce la palla sulla retina del palo più lontano, servendoci una sanguinosa "Fella è carne".
Il Taranto riparte subito e Crucitti si libera alla grande ma conclude debole e centrale.
Al fischio che sancisce la fine del tempo non è campanilistico affermare che il vantaggio degli uomini di Bitetto, è decisamente immeritato.
Il piglio dei rossoblu ad inizio del secondo tempo pare quello giusto, ma la fortuna gira le spalle ai nostri quando, su splendida punizione di Crucitti, il palo trema a portiere stra-battuto. Il numero otto rossoblu conferma cosi le sue pregevoli capacità balistiche e l'assoluta ingiustizia del risultato.
E la sfortuna si accanisce ulteriormente con l'infortunio a Diakite che molla dopo meno di un ora; gli subentra Aleksic.
La Cavese potrebbe chiuderla subito dopo, sempre con l'ex "Mimmomio" che però viene anticipato provvidenzialmente.
Pensi che sarebbe davvero bello fare gol e vedere i nostri giocatori correre verso quella cinquantina di spartani giunti a Cava. Invece, su quegli spalti, i supporters locali mostrano un lungo ed esplicito striscione contro la nostra Curva (anche questo meritevole di approfondimento in altra occasione).
Nel frattempo Corso, subentrato come prevedibile a Capua, prova a rendersi pericoloso con un tiro che però non centra lo specchio.
Nel cuore del secondo tempo la Cavese sembra in controllo della partita; il Taranto manovra ma non trova spunti pericolosi.
Esce anche Palumbo, "colpito in volo", in area, da Girardi che, pertanto, si trasforma da calciatore a "cacciatore".
I Cavesi si rendono pericolosi su calcio piazzato ma negli ultimi minuti si gioca pochissimo, tra infortuni e sostituzioni, tanto che il recupero sarà di ben 6 minuti. Nel tentativo di forcing finale Aleksic sbaglia l'inverosimile: il suo colpo di testa ad un metro dalla porta, finisce incredibilmente a lato.
Il rapporto tra occasioni avute e gol segnati ci dice che il croato, da grande, molto probabilmente non farà il bomber.
A parte qualche sostituzione tra i padroni di casa, purtroppo non succede più nulla.
Giunge una sconfitta certo immeritata ma è chiaro come, nonostante il mezzo passo falso del Potenza, le prospettive erano e restino poco favorevoli.
Nel calcio contano i risultati ed il Taranto è attualmente ad 11 punti dalla prima posizione, nonché a sette dalle seconde contro le quali ha raccolto solo sconfitte.
Qualcuno (vedasi alla voce mister Cozza) ha già pagato per questo che rappresenta un fallimento tecnico le cui responsabilità sono chiare a tutti, tranne forse a chi deve decidere.
In futuro tutto potrà accadere, certo; magari il Potenza, con l'avvicinarsi delle feste, scenderà in campo con undici "Babbi Natale" pronti a fare regali ovunque ed a chiunque... chissà.
Credo però che a noi interessi ben poco di quanto accade in Lucania; conta molto più iniziare a costruire, da subito, per il futuro.
L'opera di restyling non deve, insomma, assomigliare a quella fatta negli spogliatoi, nei quali tanta ruggine è rimasta sulle panchine.
Le velleità di rimonta non distraggano dagli errori commessi che ci portano, oggi, ad un anonimo quinto posto.
Le sei vittorie hanno giustamente riacceso le speranze; la sconfitta di Cava significa poco, in questo contesto, perché i problemi di questa squadra hanno origini più lontane.
L'auspicio è quello che non si perda tempo dietro tabelle o mercati di riparazione ma si ragioni a medio/lungo termine costruendo uno staff tecnico di assoluto spessore, garanzia di professionalità; gente che sappia disegnare un futuro diverso per questi colori; perché se oggi sei quel che sei, è proprio perché il mantra è stato, negli ultimi anni che... "un pennello ed una parete...non si negano proprio a nessuno"!