Marcello Fumarola | |
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Il Taranto non si ferma più e vince ancora.
Pokerissimo, cinquina, chiamiamola come vogliamo. Confermando la nostra "verve" musicale potremmo parlare di "Quinta sinfonia" o di un più moderno "Gimme five". Beh si, certo, Michele Cazzarò non me lo vedo a "rappare", ma è altrettanto sicuro che Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, nonostante la sua vena artistica, non sarebbe stato capace di tenere unito uno spogliatoio con molte note stonate, costruito da altri e composto da tessere spesso non combacianti.
Non entro nel merito tecnico, ma dal punto di vista umano Cazzarò è una garanzia e a lui, come a noi, auguriamo che il 2018 sia anno di svolta definitiva. Se lo merita a prescindere, perché ha accettato l'incarico in un momento particolare, raccogliendo pochi consensi e molte critiche (in primis dal sottoscritto).
Passando al racconto del match,
Miale recupera e Cazzarò lo manda in campo; Rosania può attendere.
Sono allo stadio "là dove ti porta il cuore" (ma senza perdere la testa) e sugli spalti Taranto Frattese diventa "la spedizione dei (quasi) 1000" paganti (comunicati ufficialmente dopo non so quanto tempo).
Segnale importante, dopo ben quattro vittorie, di una disaffezione ben più grave da curare rispetto alla stessa diserzione.
In Curva il settore inferiore risulta molto più vuoto rispetto ad una set?imana fa; ma ciò è dovuto ad alcune "incomprensioni" verificatesi agli ingressi.
Insomma, nei primi minuti di gara c'è più adrenalina fuori, ai tornelli, che non sul rettangolo di gioco. In molti entrano a partita iniziata ed i primi cori sono, più che altro di... "sfogo" e di protesta; ma anche quando diventano di sostegno alla squadra, al centro della curva, a differenza della partita contro il Nardò dove c'era anche un megafono, si assiste al match in uno strano (ma non più di tanto) silenzio; forse frutto di un confronto con gli "assenti"?
Sempre chiassoso, invece, il gruppetto "vario-vintage" che espone sulla balconata una pezza in ricordo di Geppo, grande cuore rossoblù che oggi avrebbe festeggiato il compleanno con la vittoria del suo Taranto.
Tornando al campo, Miale si esibisce in uno scellerato retropassaggio e deve ringraziare un freddo e reattivo Pellegrino, un titubante Signorelli ed un provvidenziale D'Aiello se la sua amnesia non si trasforma in gol avversario.
Ci vuole metà tempo per vedere una bella manovra rossoblù. Palumbo gira bene di testa e scalda i guanti del portiere ospite.
La Frattese si chiude bene; Galdean capisce le difficoltà e ci prova dalla distanza senza fortuna; poi pennella per Aleksic che incorna bene ma non può dare né forza, né angolazione al suo colpo di testa.
Sempre su calcio piazzato rossoblù pericolosi e palla che sfila ancora a lato.
A fine primo tempo si contano ben poche emozioni; i nerostellati svolgono il compitino meglio dei nostri. E allora pensi che ci vorrebbe un Balistreri nelle fila avversarie, o molto meglio un secondo tempo da affrontare con un piglio diverso.
Manco a dirlo!... Pronti via ed il Taranto trova il fondamentale gol del vantaggio. Palumbo rispedisce al mittente (cioè chi scrive) l'accusa di troppa timidezza offensiva. Si incunea in area, tocca di precisione a scavalcare il portiere e va a raccogliere l'abbraccio della Curva, gonfiando orgogliosamente il petto: il famoso "pitte de palumme".
La reazione dei campani è immediata. Reclamano un rigore e sugli sviluppi dell'azione c'è uno strano tiro da fuori sul quale Pellegrino salva l'incolumità della propria porta ma rischia la propria abbattendosi sul palo.
Fuori Corso, forse affaticato, dentro Rosania e conseguente cambio dell'assetto difensivo. Entra anche Diakite' per Ancora, che aveva rimediato una evitabilissima ammonizione.
Il direttore di gara ci penalizza due volte; prima non fischiando un rigore per un evidente strattone su Aleksic, poi con una mancata espulsione per un fallo su Pera (subentrato proprio al croato) lanciato a rete.
Ma sulla conseguente punizione Galdean mette tutti d'accordo.
Il portiere avversario Pardo, ex di turno, che fu mandato via perché in costante sovrappeso, ha accumulato anni e perso ben pochi chili, ma sulla "pennellata rumena" non ci sarebbe arrivato lo stesso.
Pera "imperversa". Serve un assist a Diakitè che viene anticipato a porta vuota, poi salta tutti in area, ma al momento di concludere strozza la conclusione senza centrare lo specchio. I due subentrati Diakitè-Pera si trovano spontaneamente, quasi giocassero insieme da tempo.
C'è intesa, tranne che sul dischetto, dopo il rigore procurato da Diakite'; i due infatti si disputano (sia pur serenamente) il pallone. Dalla panchina il prescelto è (giustamente, direi) lo "scalpitante Manuel" ed il suo "scavetto" è quotato ad 1,20.
3-0, fischio finale ed altra bella esultanza sotto la Curva.
È un Taranto che non vuole mollare, ma la vetta resta lontana.
Il problema, in ottica di una pur ardua rimonta, è il livello delle squadre che compongono il girone H; complessivamente scarso ad eccezione di 4 o 5 compagini; cosa che rende difficile immaginare dove, l'attuale capolista, potrebbe dissipare il vantaggio accumulato.
Non c'è quindi da esaltarsi oltremodo, lo sa bene anche lo stesso Cazzarò, ma è comunque bello vedere una squadra compatta anche nelle difficoltà, che inizia a pregustare quella che potrebbe essere la spinta dello Iacovone...altro che pressione negativa!
Squadra che necessita probabilmente di interpreti più intraprendenti sulle fasce e di un ricambio over a centrocampo. In avanti la coppia attualmente titolare ha peso, centimetri e grinta da vendere. Manca il guizzo di un brevilineo, velocità e dribbling che non sono caratteristiche peculiari nemmeno dell'ottimo Crucitti. Diakitè e Pera, come detto, hanno fatto vedere belle cose. Se il recupero della promessa punta di diamante del mercato estivo rossoblu' dovesse comportare la sua permanenza in riva allo Jonio sino a fine campionato, il reparto è ben coperto e competitivo.
L'auspicio è, pertanto, che all'encomiabile, tangibile impegno dei giocatori in campo, segua un altrettanto tangibile rispetto degli "impegni" assunti... fuori, nelle "stanze presidenziali"; a quanto pare condizione indispensabile per fare Bingo a Capodanno e poter alzare i calici al cielo esclamando: "anno nuovo, società nuova"!
Cin cin... alla prossima!