Marcello Fumarola | |
|
Tempo di lettura: 5 minuti
Turno infrasettimanale nella ricorrenza di Ognissanti per il Taranto rigenerato quanto basta (per ora) dalla cura Cazzarò.
Primo tempo di rimpianti perché i rossoblu (orfani del ritrovato bomber Pera fermato da un infortunio) meriterebbero il vantaggio, ma i nostri attaccanti hanno le cosiddette polveri bagnate. Inizia poi il secondo round (pardon il secondo tempo, ci ha confuso qualche schermaglia tra alcuni dei protagonisti in campo, più vicina alla boxe che non al calcio).
Dopo il forfait di Pera perdiamo anche capitan Miale che esce addirittura in barella; la coperta corta era e corta rimane e questi impegni ravvicinati impediscono anche di curarne gli strappi. Esordio di Rosania decisamente fortunato, visto che arriva, subito dopo il suo ingresso in campo, lo strameritato vantaggio firmato Cristiano Ancora.
Entra anche l'altro acquisto Diakite e la partita si chiude con un Taranto in controllo ed ancora sciupone con Aleksic.
Vittoria di fondamentale importanza che permette di avvicinare lo stesso Gravina ed un Cerignola battuto in casa dall'Altamura; non rallenta invece il Potenza ancora una volta vittorioso (e in trasferta), così come la Cavese, anch'essa corsara. Resta la soddisfazione di aver violato un campo barese; poca roba, si dirà, ma di questi tempi bisogna davvero sapersi accontentare ed un applauso a Cazzarò ed ai giocatori ci sta tutto... e noi glielo facciamo.
Ma il giovedì è tempo di riflessioni più che di cronaca calcistica e allora... riflettiamo.
A Gravina il Taranto era senza tifosi; nulla di strano se non fosse che la motivazione dell'ennesimo divieto risulta così precisa e dettagliata da sembrare quasi scritta sotto dettatura. Ma poi, c'è da chiedersi, a "palazzo" lo sanno che c'è stato un cambio societario, o sono più scettici di alcuni tifosi tarantini?
In questi giorni numerose ed apprezzabili le interviste rilasciate da Massimo Giove. Si abbatte, questo è certo, il muro di gomma del passato in cui le domande più scomode rimbalzavano puntualmente sull'indifferenza dei due interlocutori.
Siano lodati gli uomini che sanno raccogliere i suggerimenti...per poi fare comunque "di testa propria". Importante, se non fondamentale, incontrare la tifoseria, cosa che dovrebbe accadere nella giornata di domani (il Giove...dì); per tifoseria intendo quella che per anni ha occupato i gradoni dello Iaco, non quella che occupa, allo stato attuale, inutili poltrone. Non c'è sete di risultati, infatti, quanto molto più di chiarezza. In tal senso provo a formulare, da qui, alcune domande, nella speranza che qualcuno in ascolto ed in lettura sappia fugare i miei dubbi.
Nelle interviste il neo presidente ci ha raccontato che il "problema della prelazione" era stato risolto 15 giorni prima. Ci si chiede pertanto se la fondazione non sapeva di questo fondamentale passaggio (grave) o ha fatto finta di non sapere (gravissimo).
Ah già, dimenticavo! Per avere risposta bisogna andare alle riunioni... Che "arrogante e presuntuoso" che sono!
Altra domanda: del bilancio e della conseguente gestione della situazione debitoria, si sa qualcosa di preciso?
E sarebbe irriverente chiedere di conoscere (come sempre accaduto in passato) le modalità, le percentuali, le cifre di questo repentino passaggio di quote? Magari in nome di quel controllo e della chiarezza perduta da tempo.
D'altronde, se è tutto ok, la verità non può e non deve spaventare nessuno.
Più che i risultati, dicevo, si chiede lealtà e rispetto; medicine propedeutiche a sconfiggere lo scetticismo. Perché, purtroppo, la maggioranza dei tifosi rossoblu (non lo dico io ma le presenze allo stadio) soffre della cosiddetta "sindrome del reduce". Come i guerrieri di ritorno dal Vietnam, vediamo nemici ovunque. Meno male, però, che si è combattuto; ora quelli lontani dal fronte che sostenevano la tesi della "bandierina da sventolare", potranno continuare ad utilizzare quella rossoblu e non quella bianca...di resa definitiva. Forse, non ne siamo certi; ed è per questo che si continua a "vigilare".
Perché un altro dubbio da chiarire magari nell'incontro che ci sarà, è se lei, signor Giove, può davvero farcela da solo a gestire il debito e ricostruire sulle tante macerie. Come si dice a Taranto: "secure ca no vuè n'aiute?
L'altra domanda da porre nasce dagli acquisti appena effettuati.
Esigenza impellente di rimpolpare una rosa di soli 8 over. Ebbene, le chiedo, preside': di chi è la responsabilità della situazione creatasi? Vogliamo dar colpa ai tifosi di quelle sliding doors negli spogliatoi e di una squadra che doveva "spaccare" tutto e tutti ed invece si è spaccata, tanto da rimanere quasi sguarnita di over?
Lei ha giustamente parlato di tenere il ritmo delle contendenti almeno sino a dicembre; è importante, però, che la nostra auto per accorciare le distanze non abbia pneumatici usurati e carrozzeria arrugginita (i due nuovi sono infatti anch'essi "reduci" si, ma da infortuni). Le soluzioni e gli uomini giusti ci sono e sono a portata di mano, di una telefonata; sta a lei dimostrare acume e capacità di scelta.
Questo, unitamente a risposte chiare ma soprattutto "semplicemente vere", riporterà fisiologicamente gente ed entusiasmo allo stadio, senza dover reiterare richiami ed appelli anti diserzione, ogni... "due capoversi".
La chiusura musicale? Certo... immancabile, oggi è nel titolo e nella giornata trascorsa.
Come Giuliano dei Negramaro, al momento ci sentiamo ancora in bilico... tra Santi e falsi dei.