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Per (a) la maglia

'Scusa... che ha fatto il Taranto?', rubrica di Marcello Fumarola
   Marcello Fumarola

30 Ottobre 2017 - 12:40

Tempo di lettura: 5 minuti

Contro il Nardò il Taranto scende in campo con la stessa formazione delle ultime vittoriose uscite. Più che "squadra che vince non si tocca" per Cazzarò è piuttosto un "questi sono e questi giocano".
Iacovone timidamente più affollato; chi si aspettava qualcosa di diverso non ha probabilmente coscienza del travaglio che sta vivendo la tifoseria rossoblu.
Pronti via e Balistreri riesce, in pochi minuti, a rendersi più utile alla causa rossoblù di quanto non gli sia riuscito nell' intero scorso campionato (per colpe certamente non solo sue...anzi).
La sua precocissima espulsione (evitabile ed ingiustificabile per un giocatore della sua esperienza) sembra spianare la strada verso il successo agli uomini di Cazzarò.
In curva, pochi ma vogliosi i supporter nell'anello inferiore.
Partono ripetuti cori, alcuni anche "vintage", come molti dei visi che riconosco su quei gradoni.
Magari le "partenze" ed il coordinamento sono un po "sui generis", ma si avverte la voglia di riappropriarsi della normalità. Più di qualche coro per gli ultras diffidati e sentite "dediche" al poco amato direttore sportivo.
In campo i rossoblu, in tenuta bianca, forse "soffrono la pressione" (cit.) e non riescono a sfruttare la superiorità numerica; e quando il Nardò si affaccia in area, l'ingenuo fallo di Bilotta è degno del miglior Pirrone contro l'Akragas; penalty inevitabile ed ospiti in vantaggio.
Il sostegno non si ferma anche dopo lo svantaggio e proprio quando si canta "e facci un gol", Crucitti esaudisce la richiesta; bravissimo il trequartista rossoblù a raccogliere il preciso suggerimento di Bilotta e realizzare con un inedito colpo di testa. Il Taranto ora spinge forte;
Ancora manda in bambola il malcapitato difensore neretino e mette al centro; Corso potrebbe inaugurare il nuovo (?) "corso societario" con un gol ma la palla va a lato; il nr. 10 rossoblu imperversa sulla fascia mancina e mette un altro bel pallone in mezzo dove il sempre pronto Crucitti fa quasi doppietta, negatagli dalla bella opposizione del portiere granata. Taranto pericoloso anche sul conseguente corner e con un tiro di Ancora deviato; il portiere stavolta sarebbe fuori causa ma la palla va fuori di un niente; ed è davvero un peccato che finisca il tempo senza che si sia riusciti a sfruttare il momento positivo trovando il gol del vantaggio.
Nella ripresa, infatti, la pressione è costante ma si perde quella pericolosità negli ultimi metri e Cazzarò opta per una trazione ancor più anteriore con l'innesto di Pera per Galdean; sostituzione decisiva perché, proprio mentre il match inizia la sua "fase calante", arriva simbolico (si spera) il gol di Manuel Pera. Mostra l'orecchio, il "promesso bomber", vuol sentire l'esultanza dello Iacovone dopo un prolungato periodo, per lui, di scarsa fortuna ed appeal con la piazza. La sua colorita autocritica nel post partita merita un altro applauso.
Un esausto Ancora viene sostituito da Cazzarò che, per difendere il "prezioso" vantaggio, tre punti d'oro, inserisce... Lorefice (e chi se no).
Poco da raccontare sino al triplice liberatorio fischio finale.
Prove tecniche di normalizzazione, quindi, in campo e fuori ma, in entrambi i casi, c'è poco da entusiasmarsi e tanto da capire, da lavorare e da migliorare.
Giusto qualche considerazione, sempre da chiacchierata al Bar dello Sport: a centrocampo abbiamo fosforo in abbondanza (magari ad averne lo scorso anno); si possono capire le difficoltà che sorgono in trasferta, di fronte all'aggressività degli avversari (vedi Altamura e Pomigliano), con due "fiorettisti" ed un under generoso ma un pò confusionario come Palumbo. Tra gli under, Bilotta è intraprendente ma non proprio a suo agio, per conformazione fisica, sulla fascia; di cross ne sbaglia un bel pò ma poi pennella per Crucitti in occasione del pareggio. Palumbo, è piuttosto falloso (l'arbitro gli risparmia un giallo sacrosanto) e timoroso in fase offensiva. Li Gotti si vede poco nel primo tempo, molto più nella ripresa; nulla di trascendentale ma sufficiente il suo contributo alla causa.

In avanti, detto di un ottimo Ancora, Aleksic gira a vuoto ma lotta con encomiabile generosità e Crucitti è sempre pronto a finalizzare; indubbiamente l'uomo più positivo di questo primo scorcio di stagione.
Il tutto è sufficiente per agguantare tre punti preziosi ma, considerando che l'avversario ha giocato in 10 praticamente tutto il match e guardando l'andamento del torneo, credo che un sano realismo sia indispensabile per valutare le prossime mosse.
Potenza e Cerignola sono infatti fermamente intenzionate a non mollare le posizioni raggiunte e dietro di loro ci sono squadre come Cavese e Gravina sicuramente temibili. Tentar non nuoce, è chiaro, ma vendere illusioni (in campo e...fuori) sarebbe davvero deleterio e controproducente; la storia di questo Taranto è stata purtroppo scritta, in questi primi mesi, con inchiostro simpatico. Nulla di certo, nulla di definitivo, tutto troppo facilmente cancellabile.
Neanche il tempo di recuperare e si deve affrontare la difficile trasferta infrasettimanale in quel di Gravina.
Rimandiamo quindi ad altro momento ogni valutazione del cambio societario avvenuto (così in fretta da non sembrare vero), ma appare chiaro che l'attenzione deve essere rivolta ad una vera e propria ristrutturazione societaria e tecnica e alla conseguente ricostruzione del rapporto con la tifoseria. Basta appelli, basta inviti a tornare allo stadio che ci riportano a "figure" che vorremmo al più presto dimenticare; lasciate parlare il campo (i giocatori lo stanno facendo pur tra innegabili difficoltà) e per quanto riguarda tutto il resto ci mostri, presidente Giove, la volontà di un reale rinnovamento; se saprà dare amore ed attenzione, riceverà amore ed attenzione. Se ci sarà (finalmente) chiarezza e sensibilità, avrà seguaci (non sudditi) a sostenere il Taranto...che potrà cosi tornare ad essere, realmente, il "nostro Taranto".
Dipende da lei, non da noi ed in tal senso un confronto con la tifoseria sarebbe il primo propedeutico passo da effettuare.
Per ora, non potendoci esimere dalle metafore musicali care anche ai curatori della pagina Taranto Scalcio, chiudiamo rievocando Ombretta Colli e cantiamo tutti in coro: "Facciamo finta che... tutto va ben, tutto va ben".

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