Marcello Fumarola | |
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Pochi intimi al Fanuzzi di Brindisi per un Taranto-Picerno in campo neutro ed a porte chiuse; a quanto pare anche per la dirigenza rossoblu, evidentemente "impossibilitata" a seguire i suoi uomini in questo pur delicato appuntamento.
Cazzarò fa la conta degli over (o degli "anti"?) a disposizione e rispetto a Pomigliano inserisce Miale,con tanto di fascia da capitano, al posto di Scoppetta; out anche il remissivo Pera e l'under Lorefice, sostituiti rispettivamente da Ancora e Palumbo.
Molti giovani ed un Giovannini in meno in panchina insieme al trainer jonico. Perché a Taranto "si usa" così; se non ti piace "la storia", o marchi visita o comunque diventi "indisponibile".
Nei primi minuti la partita diventa un monologo Galdean: tre tiri, (con uno dei quali colpisce il palo) ed anche un cartellino giallo. Sul palo colpito, direttamente su calcio di punizione, il portiere avversario nega il gol ad Aleksic che aveva raccolto la ribattuta del montante.
Un'occasione anche per i lucani, ma il Taranto preme e il fantasma di Fantozzi che chiede: "chi ha fatto palo?"...si riaffaccia a fine tempo, quando la voglia di riscatto rossoblu va nuovamente a sbattere sulla traversa, stavolta centrata da una conclusione del "solito" Crucitti, sempre su calcio piazzato.
Nella ripresa subito una buona opportunità ma Aleksic, dopo un'iniziativa personale, non fa meglio dell'ultimo Pera e spara sul portiere avversario, Ioime.
E proprio il "degradato sul campo" ex capitan Pera entra in campo nel "tutto per tutto" griffato Cazzarò. Ad uscire, stavolta, non è Galdean bensì Corso, ovvero gli unici centrocampisti over nella rosa attuale del Taranto.
E proprio quando il match inizia la sua parabola discendente, così come contro il San Severo, Aleksic conferma il suo stato di grazia (aveva segnato anche a Pomigliano) e realizza un bel gol, giusto premio per gli sforzi dei compagni che poco prima, ancora con Galdean, erano stati bloccati dal bravo estremo difensore ospite.
Le ultime folate lucane sono incisive ma ben controllate dai nostri, che conquistano, nel silenzio del Fanuzzi, tre punti fondamentali, in attesa della auspicata conferma della vittoria di due settimane fa, ancora oggetto di valutazione da parte del giudice sportivo.
A fine partita il silenzio prosegue anche negli spogliatoi. Non parla il mister, né altri ma tranquilli... non si tratta di un remake de "il silenzio degli innocenti".
Cazzarò recupera fiducia dopo la scoppola di Pomigliano e magari la prestazione dei suoi (pochi) ragazzi, allontana ogni pensiero che lo aveva attraversato in settimana (per quanto letto sui giornali) di gettare la spugna.
Non parlano dirigenti, non parla il tecnico e allora ci pensa qualche spiritosone a movimentare il post partita, affermando che "l'assenza dei tifosi ha consentito alla squadra di vincere". Un po' come accaduto a Cerignola, verrebbe da rispondere sarcasticamente. Questo succede quando si vivono le domeniche da leoni senza averne il pedigree. Si vorrebbe far passare il messaggio che senza pressione la squadra ha giocato/giochi meglio. E quali pressioni creerebbe lo Iacovone attuale, popolato da soli fedelissimi anti-diserzione e da qualche attempato tifoso? Quante ne avrebbe create, ad esempio, contro la Sarnese?
Se la soluzione vincente è questa, (ovviamente smentita da uno dei diretti interessati, Aleksic) allora basterà chiedere di giocarle tutte a porte chiuse; o forse preferite che facciamo il biglietto senza venire allo stadio?
E per chi lo ha ascoltato, il mister Arleo, sollecitato sull'argomento, ha detto qualcosa di profondamente diverso; ma provare a spiegarlo è, nei confronti di qualcuno, inutile esercizio.
Provando a tornare serio, sorrido amaramente pensando allo spazio che certa gente riesce a trovare (solo) in questo ambito dilettantistico; spazio che vorrebbero togliere a chi, come il sottoscritto, riporta (con i dovuti filtri) le sensazioni popolari che, ormai è palese, tanto disturbano; perché come suol dirsi "Vox populi, vox Dei!
In ogni caso, dopo questa vittoria, la sensazione è che tra cavalli, leoni, pagliacci tristi, domatori del malumore e qualche coniglio che esce dal cilindro ma non entra negli stadi, il circo continua e probabilmente continuerà i suoi tristi spettacoli; come cantava Renato Zero, il carrozzone va avanti da sé e gli animali in gabbia... restiamo sempre noi.
Spegnete i microfoni... il silenzio è d'oro.