Marcello Fumarola | |
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Chi mi conosce lo sa (cit a km 0)... che l'amarcord mi piace tantissimo. In quest'ottica giudico blasfemo chi, ancora oggi, citando Presidenti come il cavalier Pignatelli o Donato Carelli, ricorda strategicamente solo il triste epilogo delle loro gestioni. Ma se poi andiamo a verificare la provenienza di queste valutazioni, tutto appare più chiaro in una sorta di "conflitto di interessi". Chiaro come l'obiettivo di chi oggi persegue la realizzazione del supporters trust nel futuro del calcio rossoblu; pionieri, direi meglio kamikaze nel voler riproporre in riva allo Jonio il fallimentare "modello Ancona". Ciò avviene gonfiando numeri e muscoli con atteggiamenti sempre più autoritari e sempre meno autorevoli. Perché gli ideali si condividono, non si impongono. E questa sia pur difficile città è comunque una dimostrazione di come ciò possa avvenire; realtà aggreganti come i "Liberi e Pensanti" o "Taranto la Città Spartana", sono riuscite ad affermarsi, espandersi e consolidarsi pur muovendosi su un terreno più difficile ed intorno a tematiche sociali, politiche ed economiche molto più particolari ed impegnative del... "pallone".
Nel calcio invece, da sempre argomento molto più coinvolgente e nazional-popolare, il suggestivo progetto fondazione taras (o meglio fondazione Iacovone, perché l'identificazione spartana è stata solo un' ingannevole conseguenza di un inghippo legale) ha perso consensi con il passar del tempo sino ad accompagnarci, tramutato in supporters trust, verso la situazione attuale che lasciamo al giudizio di ciascuno di voi. E' sotto gli occhi di tutti infatti la mediocre storia sportiva quinquennale (come Il progetto BonZel) del Taranto Fc 1927; ma anche lo stato di salute economico della stessa fa sorgere alcuni dubbi, ascoltando le continue lamentele dell'attuale dirigenza sui debiti pregressi ereditati dalle precedenti gestioni e mai ufficialmente smentite dall'effimero organo di controllo.
Anche qui... i numeri al lotto. I complici silenzi, l'assecondare la politica dei prezzi, la compiacente tolleranza delle continue offese alla tifoseria da parte di questa dirigenza, hanno provocato una tale delusione ed insoddisfazione da far rimpiangere ed invocare personaggi un tempo invisi. È fisiologico quando realizzi che "stavamo meglio quando stavamo peggio". E il comunicato diffuso in merito all'ultima "chiccosa" prevendita dimostra come il trust possa e debba intervenire sulle tematiche riguardanti i prezzi dei tagliandi, ma finisce con il risultare grottesco per la tempistica e per i toni oltremodo ossequiosi; questione di "coerenza"... insomma. Cosi, dopo aver sbattuto il muso sulla inadeguatezza di questa società, immune da critiche nel corso della stagione anche da parte della tifoseria più calda, rischiamo di sbattere pesantemente il muso anche sulle manie di protagonismo di pochi... eletti da pochi.
E che poi non si dica che i disfattisti siamo noi. Con il passare degli anni la convinzione che sarebbe stato meglio scomparire dopo il flop D'Addario (presidente molto caro tra l'altro a chi ora rivendica il suo 2%) aumenta proporzionalmente. I propositi iniziali sono svaniti, nel nulla ed è davvero un PEC...cato. Qui non sono certo i tifosi a dover fornire argomentazioni del proprio dissenso, ampiamente giustificato dai disastrosi eventi ai quali abbiamo dovuto assistere in campo e fuori in questi anni; ciò dovrebbe avvenire, con la chiarezza decantata ma mai garantita, da parte di chi invece applica sistematicamente la teoria dell'avvocato nella famosa barzelletta: quando si vince... vincono loro; quando si perde... perdiamo noi! E allora perché non provare ad imitare l'impresa dei fasanesi, (chissà perché con loro è corretto paragonarsi, con i foggiani no). Perché non provare quindi la scalata all'Hellas Taranto? Intanto, tra la rescissione del "bomber" Cobelli (sarà tornato in Malesia con gli elefanti?) e la giornata Pro Taranto, arrivano solo conferme sulla diffusa mediocrità e lontananza dalle emozioni e sensazioni della piazza, dei protagonisti di questa stagione tragicomica.
Una prossima volta però, lasciatemelo dire, sarebbe il caso di svegliarsi tutti un pò prima, si... prima che il danno diventi irreparabile come in questo campionato. Domenica ci sarà Taranto-Vibonese e forse (il rischio è purtroppo altissimo) allo Iacovone vedremo esultare un allenatore che, a Taranto, ha tracciato una via da seguire: quella dei certificati medici da presentare ad una società che ha raggiunto anche questo triste "record sanitario". D'altronde, come si dice a Taranto: da ù spedale ve' acchjanne à salute?!?