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La (ar) resa dei conti

'Scusa... che ha fatto il Taranto?', rubrica di Marcello Fumarola
   Marcello Fumarola

24 Aprile 2017 - 13:03

Tempo di lettura: 4 minuti

Dopo l'ennesimo flop in Lucania il Taranto saluta virtualmente la Lega Pro e lo fa nel peggior modo possibile. Rabbia, delusione, scoramento è quello che provo da tifoso. Ed è il momento più triste, deprimente e difficile per trovare voglia e forza di scrivere ancora qualcosa. Mi nascondo quindi, vigliaccamente, in un po' di cronaca della partita per evitare commenti che sarebbero frutto di uno stato d'animo turbato, comune a tanti sanguinanti cuori rossoblu. Partita (l'ennesima) da dentro (i playout) o fuori (dalla Lega Pro); dopo le prime iniziative melfitane, prima Potenza (che riesce ad annodarsi grottescamente nel tentativo di calciare a rete), poi Benedetti (che riesce invece a mandar fuori dallo specchio un pallone sul quale bastava soffiare per far gol) quindi Emmausso (che arriva in leggero ritardo su involontario assist di Som) ti fanno sobbalzare il cuore, che si apre comunque a nuove speranze. De Toni, all'esordio tra i pali, appare sicuro, certamente più del raccomandato e "produttivo" collega che va a sostituire; l'altro esordiente Benedetti lo è un pò meno, ma la difesa regge per i primi 45 minuti. Con Pirrone per Maiorano è un centrocampo poco "interditore". Dall'altra parte Marano, una delle mancate "dichiarazioni" di gennaio, ha davvero un bel piede, cosi come il suo compagno Gammone sempre vivace e pericoloso. Giocatori tecnici, ficcanti e costantemente nel vivo del gioco; "materiale sconosciuto" dalle nostre parti, eppure parliamo di una squadra, il Melfi, con un solo punto in più in classifica e priva del suo bomber De Vena.

Inizia il secondo tempo e De Toni emula il giaguaro Spagnulo parando, appunto all'esordio, con un intervento decisamente pregevole, l'ormai solito calcio di rigore assegnato agli avversari. E proprio Marano, poco dopo, fa un grosso regalo (solo potenziale) al Taranto, facendosi ingenuamente ammonire per la seconda volta. Una superiorità numerica che potrebbe valere un campionato! Nel frattempo un irritante Potenza viene sostituito da Viola. Eterea presenza di questo piccolo (in tutti i sensi) giocatore, che, ricordiamolo, fu protagonista (poi spalleggiato dalla società) di una lite con mister Papagni in quel di Catanzaro, ben più decisiva (checché se ne dica) per il successivo controverso esonero del trainer biscegliese. Ma, nonostante l'uomo in più, è sempre più pericoloso il Melfi che su calcio piazzato sfiora il gol in un paio di occasioni. Non riusciamo a prendere il pallino del gioco. I nostri sembrano giocare a "tutti giù per terra". Lo stesso De Toni, tra i pali, con i suoi calzettoni abbassati, sembra essere stanco, tanto che anche i suoi interventi iniziano a peccare di lucidità. Una condizione fisica scadente, anch'essa specchio della improvvisazione totale, e in campo continuano a sembrare più le maglie gialloverdi di quelle rossoblu. D'altronde non potrebbe essere diversamente con giocatori che pare stiano "lavorando" e giocando d'anticipo più nelle proprie abitazioni (per completare i traslochi) che non sul campo.

Estemporaneo il "coast to coast" di Emmausso che, dopo la prodezza di Francavilla, è alquanto "cannuso"; non la passa mai e conclude alto sulla traversa. La ghiotta occasione di cedere il fanalino di coda all'avversario sembra svanire senza colpo ferire, ma succede anche di peggio quando Balzano decide di regalare un gratificante amarcord alla "sfuggente e nostalgica" dirigenza e si esibisce in un volleystico muro in piena area di rigore degno del miglior Lucky Lucchetta! Peccato che nel calcio non valga; sull'inevitabile calcio di rigore ci punisce (beffarda coincidenza) uno che di nome fa... Foggia; eh si, proprio nel giorno della promozione in serie B dei satanelli. Ma quei rossoneri, sfigatissimi, non possono mica competere con noi che siamo venti anni avanti, perché abbiamo la società "partecipata" dai tifosi.

Loro che lo scorso anno aggredirono la squadra, sono stati "puniti" con una Coppa Italia di Lega Pro ed una serie B persa in extremis, ma riconquistata in questo campionato... Come dire: "fatto bene alla Madonna"! Quella che da noi conosce chi porta gli orecchini, in terra dauna conosce invece chi... ti porta in Serie B. Nulla rispetto al nostro lustro di soddisfazioni! 4 agosto-23 aprile; quasi 9 mesi, insomma, per partorire un abominio. Si dice che "l'occhio del padrone ingrassa il cavallo"; pertanto con il padrone in fuga, il fantino vuole scendere dalla sella e la "rottura prolungata" diventa inevitabile; succede cosi che anziché cavalli di razza, riempi la scuderia (ed il campo) di poveri... "ciucci". Vorrei urlare Vergognatevi.. Tutti! Ma la vergogna è un sentimento sconosciuto a chi, come voi, ripeto... tutti voi, non ha conservato un briciolo di dignità. Ogni ulteriore considerazione servirebbe, come detto in premessa, ad accumulare "malesangue e veleno". Meglio riflettere per poi tornare a valutare quanto accaduto e quanto potrà accadere; per ora, visti anche gli accadimenti ai piedi de "La Madonnina" di Milano, non resta che leccarci le ferite e attendere... come il Cinese sulla riva del fiume.

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