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Fuoristrada

'Scusa... che ha fatto il Taranto?', rubrica di Marcello Fumarola
   Marcello Fumarola

04 Dicembre 2016 - 12:00

Tempo di lettura: 4 minuti

In questo sabato qualunque, come cantava Sergio Caputo, il Taranto affronta un altro derby, quello "dei due mari", come ci ripeterà, "soltanto" una cinquantina di volte in 90 minuti, il telecronista del canale a pagamento. Nella curva del Monopoli si può apprezzare la coreografia dipinta sui gradoni; si può poiché il settore è semivuoto (nonostante la lusinghiera classifica dei locali) e già questo sarebbe spunto di riflessione per i nostri sempre troppo esigenti proprietari.

Durante il minuto di silenzio, i pochi sostenitori rossoblù presenti mostrano invece una bandiera brasiliana; bello e triste. Nel Taranto Altobello rientra e consente a Nigro di passare in mediana al posto di Bobb; per il resto stessi protagonisti del match contro il Lecce.

Partita bloccata, che poi è un modo elegante per non dire noiosa; sul primo lampo di giornata di Magnaghi, l'ex Mirarco fa il miracolo, ma i centimetri ci fregano ancora e sono quelli che mettono Nigro in posizione di offside sul tap-in vincente. Maurantonio risponde sempre presente su un paio di tiri dalla distanza dei biancoverdi mentre, sul finire del tempo, il capitano biancoverde Esposito alza indegnamente il gomito colpendo vigliaccamente Paolucci, ma l'arbitro non "gli fa il palloncino" e si limita ad ammonirlo, rendendosi ancor più indegno di lui.

Nella ripresa, dopo un'occasione sciupata dal Monopoli, Magnaghi si esibisce nella (purtroppo unica) specialità della casa; la sua bella e pronta girata di sinistro coglie il palo e grida ancora vendetta. Una conclusione che meritava sicuramente il gol ed invece bacia il palo interno senza adagiarsi in rete. Dire che si domina potrebbe sembrare eccessivo, ma controlliamo agevolmente la gara, tanto che il tecnico Zanin decide di cambiare qualcosa.

"Un'ora sola ti vorrei" è la canzone triste di un evanescente e fischiato Genchi che lascia il posto, appunto dopo 60 minuti, a "ù jatte" (sarebbe Gatto ma... è Tarantine ù uagnone); Prosperi, dal canto suo, decide di tirar fuori Bollino riproponendo il redivivo Garcia; prima centralmente, dietro Magnaghi, con Paolucci che si allarga un pò ma quando entra Lo Sicco per lo stesso Paolucci, l'iberico va a fare... l'ala destra; e come direbbe anche Caressa su Sky: "queste sono le immagini, a voi i commenti". Il Taranto continua ad esercitare una certa pressione mentre l'arbitro, sempre un pò distratto, viene per fortuna allertato dal guardalinee al quale non sfugge l'inutile e stupido sgambetto di Ricucci su Lo Sicco.

Espulsione sacrosanta, ma proprio quando pensi di poter agguantare la prima vittoria con Prosperi in panca giunge l'inopinato non c'è due senza tre e dopo Casertana e Fondi, anche il Monopoli ci fa gol in 10 contro 11, approfittando di un errore, di impostazione prima e di posizionamento poi, della nostra squadra.
Arriva così l'ennesima delusione. Una sconfitta immeritata si... ma ancora una triste sconfitta, che rende amaro il weekend della tifoseria rossoblu.

Prosperi, come Charles Aznavour, si ritrova ad interpretare malinconicamente "Come è triste... il Veneziani"; lui che prima di questa sfida aveva dichiarato di voler proseguire per la sua strada; per non urtare l'ormai nota suscettibilità del mister, eviteremmo volentieri di commentare i cambi effettuati; però, magari, per far posto a Viola, si poteva rinunciare ad un difensore o ad un centrocampista ed invece è uscito Potenza che su quella fascia stava spingendo ancora tantissimo.

Appare evidente che se questo suo fantomatico "percorso di crescita" dovesse continuare a coincidere con il nostro, ci porterà "strada facendo" dritti dritti al ritorno in D; la fastidiosissima sensazione è che se ne siano accorti quasi tutti, tranne chi dovrebbe ed invece segnala miglioramenti che nessuno vede e assiste inerme a questa folle discesa verso il baratro, con la tranquillità che solo chi non ama abbastanza questi colori può avere. E si aspetta gennaio, o ancor meglio il 25 dicembre, nella speranza che un Babbo Natale rossoblù ci porti, sotto l'albero, una squadra ed uno staff tecnico all'altezza.

Ma qui, più che al barbuto dispensatore di doni, servirebbe rivolgere una preghiera al bimbo nella mangiatoia affinché ci dispensi un miracolo, al momento unica soluzione possibile per salvarci non solo dalla retrocessione, ma da una generale mediocrità che ci ha portati sino a questo punto. Neanche il tempo di recriminare e c'è subito Taranto-Melfi; chissà se ci saremo tutti o qualcuno avrà fatto il suo ultimo giro proprio... al Monopoli.

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