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E ti ricordo ancora...

Il Punto, l'Appunto, il Disappunto: tre passi nella settimana rossoblù
   Marcello Fumarola

08 Febbraio 2016 - 14:02

Tempo di lettura: 3 minuti

Il Punto
Prima trasferta della "nuova gestione" Cazzaro'. Ad Isola del Liri lo stadio si chiama Nazareth e, guardando le condizioni del terreno di gioco, capisci subito il perché: su quel campo di patate infatti, per giocare uno sport chiamato calcio... servirebbe davvero un miracolo. E poi più che a Nazareth pare essere a Gerusalemme, con quel "muro del pianto" assolutamente troppo vicino alla linea di fondo. Inaudito!
Gli avversari hanno il Basilico ma è il Taranto a condire la prima frazione di gioco, con il palo colpito da Nosa che poi tenta di finalizzare di tacco "alla Menez", ma con esiti meritevoli di un religioso silenzio.
Cazzarò non cambia formazione e modulo rispetto alla domenica precedente, ma parlare di calcio, come detto, e' sinceramente difficile.
Forse, in corso d'opera, l'opzione Scalzone poteva essere valutata; forse qualche minuto in più ad Ancora poteva essere concesso; ma più di tutti, per sbloccarla, ci sarebbe voluto un "fuoriclasse del tamburello".
Nel secondo tempo, decisamente meglio i locali; pericolosi in due o tre circostanze con De Lucia salva risultato che, in pieno recupero, evita il remake di Aprilia e Torre del Greco parando anche un calcio di rigore; dalla parte opposta Genchi non concretizza a dovere una di quelle occasioni da sfruttare assolutamente, sciupando un assist al bacio di Alvino e, proprio all'ultimo respiro, un sussulto di Ancora quasi ci consente di portare a casa tre punti ormai insperati.
Uno 0-0 che forse non vale una... Liri ma viene rivalutato dalla ennesima "hesitation" della Virtus Francavilla che non fugge in vetta, rallentata dal morso del Serpentara.

L'Appunto
Avremmo voluto dedicargli una vittoria. Resta però l'eco del ricordo che ha imperversato ovunque. In una curva e per una tifoseria ormai presente "Solo per la maglia" (e come dargli torto), Iacovone rimane infatti davvero l' unica bandiera.
E non c'entrano gli anni giocati ed i gol realizzati in rossoblu', ma l'ardore, la voglia di lottare e di "elevarsi" oltre l'avversario e le difficoltà; una voglia di combattere e di raggiungere l'obiettivo che, con la scomparsa di Iacovone, sembrano essere altrettanto tristemente scomparse dalla stessa città.
Il poster del suo imponente stacco di testa a sovrastare Scorsa, difensore della corazzata Ascoli, con la scritta "Iaco ti ricorderemo sempre così", è simbolica icona del mito Iacovone che continua a vivere di generazione in generazione, nonostante (o forse anche per) le continue delusioni...a distanza di 38 anni.

Il Disappunto
Oltre 4 mesi senza vittorie in trasferta... in serie D. Un record negativo decisamente sconfortante. Le statistiche molto care a qualcuno ad inizio campionato (migliorate tra l'altro dal giudice sportivo), tanto da farsene scudo in ogni intervista o conferenza, ora sintetizzano quanto segue: il fare e disfare la squadra; il giocare con lo spogliatoio muovendo freneticamente le sue tessere come si fa con il cubo di Rubik; il dire per poi contraddire ogni scelta o progetto tecnico rappresentano, in un unico termine, un fallimento. Un fallimento che potrebbe essere evitato solo da un miracolo (calcistico ma molto più, extra calcistico); un fallimento che sembra ferire solo noi; i "giostrai" sorridono, comunque soddisfatti. Altro giro altra corsa, per loro... Rien ne va plus (o quasi) per noi che Iaco lo portiamo, nel cuore, con molto più amore per i colori rossoblu' di chi lo porta (e lo fa portare) sulle maglie.

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